Si ride anche nel periodo natalizio, da giovedì 26 a domenica 29 dicembre 2024 e mercoledì 1° gennaio 2025, con “Grisù, Giuseppe e Maria”, la nuova commedia scritta da Gianni Clementi, diretta da Pierluigi Iorio e interpretata da Francesco Procopio, Giancarlo Ratti e Loredana Piedimonte, Giosiano Felago e Carmen Landolfi. Le scene sono di Alessandro Chiti e i costumi di Melissa De Vincenzo. La produzione è I due della città del Sole.
Lo spettacolo, con cui saluteremo l’anno vecchio e daremo il benvenuto all’anno nuovo, saprà divertire il pubblico del Teatro Eduardo De Filippo.
Gli spettacoli andranno in scena alle ore 20:45.
Come dichiara il regista «”Grisù, Giuseppe e Maria” e? una divertentissima commedia di Gianni Clementi, un dichiarato omaggio dell’autore romano alla drammaturgia partenopea, il cui risultato e?, a mio avviso, sorprendente.
L’azione si svolge in una tipica provincia italiana degli anni Cinquanta, pregna della cultura popolare del mondo contadino. La guerra ha lasciato paura e miseria, ma e? forte il desiderio di ricominciare a vivere. Il “boom economico” fa da contraltare all’analfabetismo e al fenomeno dell’emigrazione che, iniziato alla fine dell’Ottocento, e? ancora considerevolmente presente; la trasformazione strutturale dell’Italia corre molto più veloce del suo sviluppo culturale e sociale.
La vitalità della storia e? continuamente alimentata dal rapporto, a volte conflittuale, altre volte amorevole, che Don Bruno ha con Vincenzo, il suo sagrestano, non più giovanissimo e menomato (ha una mano di legno che copre con un guanto nero), la cui comicità sfacciata, fa il paio con quella involontaria del parroco che s’immola, con “carità cristiana”, quale vittima sacrificale di situazioni decisamente esilaranti. Tra confessioni sacramentate e non, i due sono testimoni di una complicata vicenda che vede coinvolte Rosa (sposata con un uomo costretto a emigrare all’estero), la sorella zitella Filomena e il farmacista del paese.
A fare da sfondo un tragico fatto di cronaca: il disastro di Marcinelle, la miniera belga nella quale, l’otto agosto del 1956, persero la vita 262 persone, di cui più della meta? emigranti italiani. Abbiamo dato un deciso risalto alla musica che unisce i quadri drammaturgici e contrappunta (alle volte) la recitazione degli attori. Sono brani, per lo più, di puro intrattenimento, che portano nuova energia e leggerezza, proprio a sottolineare la voglia di rinascita dopo gli anni bui della guerra. Sono convinto che a teatro non ci si debba mai annoiare: in questo nuovo adattamento, la messa in scena dello spettacolo vive di ritmi gioiosi e dialoghi serrati, garantendo sane e belle risate.
Nel contempo, accende un focus sull’emigrazione e sulle misere condizioni alle quali erano costretti moltissimi italiani per sopravvivere e provare a regalare un futuro migliore alle proprie famiglie (tema ancora tristemente attuale).
Questo nostro lavoro induce anche a una riflessione sull’uguaglianza e sull’attuale perdita di alcuni valori, quei “sani principi” (a cominciare dall’educazione che s’impartiva ai più giovani) che rappresentavano l’asse portante della vita sociale».
Teatro Eduardo De Filippo - Via G. Verdi 25-37 Arzano, Napoli
Info e prenotazioni 338 9007997 – 334 9108235 - botteghino@