"Le sorelle Origgi e la loro vittoria", il romanzo autobiografico di Monica e Tiziana Origgi, è un viaggio emozionante che affronta temi di grande impatto sociale come il bullismo, l'abbandono e la resilienza.
Scritto per sensibilizzare e incoraggiare chi vive momenti di difficoltà, il libro si basa su esperienze personali dolorose ma trasformative, raccontate con autenticità e coraggio.
La narrazione sottolinea l'importanza del dialogo e del sostegno reciproco per superare le avversità, offrendo spunti di riflessione su quanto sia fondamentale credere in se stessi anche nei momenti più bui. Al centro della storia, il profondo legame tra le due autrici emerge come un faro di speranza, simbolo di forza e rinascita.
Con uno stile sincero e diretto, Monica e Tiziana aprono il loro cuore al lettore, dimostrando che dopo ogni tempesta è possibile intravedere il sole. Un’opera toccante, capace di ispirare e sostenere chiunque cerchi motivazione e coraggio per affrontare le proprie sfide.
- Cosa vi ha portato a raccontare la vostra storia in un romanzo autobiografico? È stato difficile esporvi in modo così aperto?
Abbiamo pensato di raccontare la nostra storia per sensibilizzare le persone sui temi che vengono affrontati nel libro, in modo da poter aiutare persone che soffrono di problemi di bullismo o adolescenti coinvolti in separazioni complesse, con lo scopo principale di invitare queste persone di parlare dei loro sentimenti e di non trascurare nulla e di rivolgersi ai propri genitori, se stanno attraversando momenti complessi. Raccontare ciò che uno vive, è sempre difficile, soprattutto esporsi in prima persona e parlarne apertamente, visto che per anni tutte quelle emozioni sono rimaste nascoste, come “cicatrici non visibili”, ma a volte, crediamo sia necessario raccontare per poter aiutare altre persone e cercare di andare avanti.
- Il titolo del libro parla di “vittoria”: cosa rappresenta per voi questa vittoria?
Non esiste una vera “vittoria”, ma questo termine abbiamo pensato di usarlo con una connotazione positiva, perché pensiamo che raccontare dei propri problemi, sia già una conquista personale e soprattutto rappresenta un modo per far capire alla gente, che dopo ogni tempesta, sorge sempre il sole.
- La vostra infanzia e adolescenza sono state segnate da momenti dolorosi. Come avete vissuto la sfida di mettere su carta questi ricordi?
I ricordi sono sempre dentro di noi, anche quelli negativi e dolorosi, anzi soprattutto questi, perché sono quelli che il nostro cervello rimembra più facilmente. La tristezza fa parte del cammino della nostra vita e metterli su carta non è stato facile, perché ancora adesso si toccano, ancora da vicino, ma abbiamo imparato ad affrontarli insieme.
- Nel romanzo affrontate temi come il bullismo e il senso di abbandono. Quali messaggi vorreste trasmettere a chi vive situazioni simili?
L’ abbandono, è un sentimento che ti toglie il respiro e ti senti solo al mondo, perché cominci ad avere paura a fidarti delle altre persone, dubiti persino di te stessa. Ti domandi costantemente qual errore hai commesso e sei hai fatto qualcosa, di molto grave, tanto da meritare un “castigo” simile. Il bullismo invece, è una piaga sociale e noi nel nostro blog “Le Sorelle Origgi”, cerchiamo, ogni giorno nel nostro piccolo di sensibilizzare i giovani e la collettività su questo tema, perché troviamo che viene preso poco sul serio. Personalmente, quando siamo state bullizzate alle scuole medie, abbiamo avuto momenti di disperazione, tanto da voler lasciare la scuola e anche “lasciarci andare”. Il messaggio, che vogliamo trasmettere è che parlarne è importante. Parlarne con qualunque persona, perché quelli che in apparenza sono scherzi innocenti, possono distruggere un essere umano.
- La scrittura ha avuto un effetto terapeutico per voi? In che modo vi ha aiutato a rielaborare certi eventi della vostra vita?
Tutto è incominciato con il blog, perché abbiamo pensato che raccontando ciò che abbiamo dovuto affrontare nella nostra vita, potesse rappresentare un modo per non lasciare sole le persone. Il nostro scopo è dare forza a chi non ne ha. Gli eventi negativi sono sempre rimasti lì nel nostro cervello e purtroppo nessuno riuscirà a cancellarli.
- In che misura il legame tra voi sorelle vi ha dato forza? Pensate che questa sorellanza sia il centro della vostra vita e della vostra opera?
Pensiamo che essere gemelle sia una fortuna che non capita spesso nella vita, perché ti permette di vivere le stesse situazioni, ma di farlo anche attraverso gli occhi di un’altra persona e di condividerle insieme. Il nostro rapporto, per fortuna, è sempre stato molto solido – grazie a Dio! – e siamo una la spalla dell’altra.
- Qual è stata la parte più difficile da scrivere e da condividere con i lettori?
Sicuramente, pensiamo che i momenti più difficili da raccontare siano stati, l’abbandono di nostra madre e il bullismo.
- Avete progetti futuri in campo letterario? State pensando a nuovi libri, magari a un seguito della vostra storia?
Può essere in futuro, non escludiamo nulla.
- In tre aggettivi, come definireste la vostra opera d’esordio?
Triste, autentica e vittoriosa.
10. Infine, qual è la cosa più importante che sperate i lettori possano trarre dalla vostra esperienza e dalla lettura del vostro romanzo?
Sicuramente, la forza di credere in noi stessi e non sottovalutare mai, il nostro valore con nessuno.
Sicuramente, la forza di credere in noi stessi e non sottovalutare mai, il nostro valore con nessuno.