Marco Paolucci fa il suo esordio nel mondo della narrativa gialla con "L’inchiesta del croupier", un romanzo pubblicato da Rossini Editore (Gruppo Editoriale Santelli). Questo thriller affascinante e avvincente ci porta nelle atmosfere di una Roma misteriosa e caotica, dove un casinò galleggiante sul Tevere diventa il palcoscenico di un’indagine ingarbugliata e piena di suspense.
Paolucci – classe 1989 – ingegnere di professione e scrittore per passione, grazie anche al prezioso contributo dell’editor Martina Vignozzi, ha saputo realizzare un’opera che promette di catturare l'attenzione degli amanti del genere senza deluderli.
Un protagonista complesso e ben caratterizzato
Il capitano dei carabinieri Filippo Bellodì è il protagonista di questa avvincente indagine.
Bellodì è un personaggio complesso, con una psicologia mistica e un passato non del tutto chiaro al lettore. Celibe per scelta, cerca di combattere la dipendenza dalla nicotina suonando l'armonica e bevendo tazze di cappuccino freddo, mentre dedica tutta la sua energia alla ricerca della verità e della giustizia. La caratterizzazione di Bellodì è uno degli aspetti più riusciti del romanzo – vuoi anche per i forti tratti distintivi e i tic propri del personaggio – grazie alla capacità di Paolucci di trasmettere l'intensità delle emozioni e dei pensieri del protagonista, rendendolo una figura credibile e coinvolgente.
Una trama avvincente e ben congegnata
La trama di "L'inchiesta del croupier" è finemente architettata e piena di colpi di scena. Tutto inizia con la pubblicazione di una misteriosa lettera sul Messaggero, in cui si allude a particolari abitudini tenute da chi frequenta il tavolo da poker numero 2 del casinò. Questa lettera solleva subito sospetti e preoccupazioni. Quando il cadavere del croupier Fernando Gonzalez viene ritrovato, l'indagine assume un risvolto inaspettato e Bellodì si trova a dover esplorare nuove piste, mettendo in discussione le ipotesi più accreditate dai suoi colleghi. L'ambientazione di "L'inchiesta del croupier" è per certo un elemento di forte attrattiva per il lettore. Il casinò galleggiante sul Tevere romano dà alla storia un'atmosfera unica e intrigante. La descrizione dettagliata di questa nave trasporta immediatamente il lettore in un luogo fuori dal comune. Oltre al casinò, anche la città di Roma diviene sfondo previlegiato, simbolo di una decadenza morale e sociale che tenta di nascondere i suoi segreti sotto lo splendore dei suoi monumenti e delle sue suntuose strade.
Una narrazione fluida e avvincente
La prosa di Paolucci è scorrevole e coinvolgente, capace di convincere il lettore di qualcosa per poi smentirlo poco dopo. Il suo stile scarno e attuale ha come unico scopo quello di condurre il lettore attraverso una serie di indizi, ipotesi e conferme che si rivelano progressivamente. La narrazione si arricchisce di flashback che offrono ulteriori dettagli sul passato dei personaggi e sulle dinamiche che hanno condotto agli eventi attuali, consentendo al lettore di ottenere una visione più completa e articolata della vicenda. Accanto a Bellodì, altri personaggi arricchiscono la trama e contribuiscono a creare un'atmosfera carica di adrenalina e suspense letteraria. Andrea Lollio, l'avvocato amico di Bellodì, apporta un contributo significativo all'indagine e al vissuto dello stesso protagonista: i due infatti non solo soltanto colleghi di lunga data ma anche amici storici, promessi testimoni per i rispettivi matrimoni. Altrettanto interessante è il personaggio di Lamberto Colapietra, un collega di Bellodì che rappresenta l'approccio più tradizionale – e spesso errato – alle indagini: anche in questo caso, il rapporto tra il capitano Bellodì e il collega Colapietra non può che dare linfa narrativa al racconto, perché sembra nascondere qualcosa d’altro fin dalle prime pagine. Infine, don Cesare, amico stretto e fedele confessore della vittima – la cui amicizia si rivela fondamentale per le indagini di Bellodì – con cui condivide il trauma di una sofferta perdita fraterna.
Temi profondi e riflessioni umane
Oltre alla soluzione del caso – che rappresenta il filo conduttore del romanzo – Paolucci affronta anche temi più complessi e profondi. Attraverso le riflessioni di Bellodì – sempre giustamente calibrate e sviluppate proprio nel momento in cui chi legge sente il bisogno di “vederci” meglio – , l'autore esplora argomenti la lotta alla mafia e la condizione degli emarginati nella società contemporanea. Il climax del romanzo è abilmente costruito: i fatti, prima solo anticipati attraverso dettagli e indizi, a mano a mano che si procede guidano il lettore attraverso una serie di rivelazioni e colpi di scena che seguono un crescendo adrenalinico, fino alla risoluzione finale del caso. Ben riuscito e propedeutico alla lettura risulta anche l’inserimento dei brani che il protagonista suona con la sua armonica: una playlist sfaccettata che va da Mina ad altri grandi nomi della musica italiana che permette di rendere la narrazione ancora più vivida e realistica.
"L'inchiesta del croupier" è un romanzo giallo perfetto sia per chi vuole leggere qualcosa che intrattiene, sia per chi cerca nelle proprie letture significati secondari e morali da far proprie. Con “L’inchiesta del croupier”, Paolucci sprona alla riflessione su questioni di prim’ordine senza mai dimenticare che il modo più efficace per trasmettere i propri messaggi è rivolgersi a tutti, dando vita a un’opera sofisticata e pop allo stesso tempo.
Articolo a cura di Martina Pargoli
Fonte notizia
www.oltrelecolonne.it a-tu-per-tu-quattro-chiacchiere-con-marco-paolucci-autore-del-giallo-linchiesta-del-croupier