Quando si parla di risparmi nelle utenze della Pubblica Amministrazione, una menzione particolare va fatta per Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici).
Società per azioni partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’azienda permette agli Enti Locali - tramite bandi per la fornitura delle utenze - l'approvvigionamento di queste ultime, consentendo alle Amministrazioni di beneficiare di prezzi più vantaggiosi e di ridurre gli oneri connessi alla gestione autonoma delle procedure contrattuali.
I Comuni, per effetto della legge 95/2012, sono obbligati a rifornirsi presso Consip, tranne nel caso in cui nel mercato libero ci siano condizioni economiche più' favorevoli a patto però che, il Comune stesso, riesca a dimostrare l’effettiva convenienza economica della scelta.
Quindi, qualora un Ente Pubblico decidesse di rifornirsi tramite il mercato libero, quali potrebbero essere i rischi e le sanzioni nel caso in cui le condizioni prima citate non fossero rispettate? Ce lo spiega Gabriele Battaglino, Direttore Tecnico di GEG Energy.
«Il processo di razionalizzazione delle modalità di acquisto di beni e servizi da realizzarsi anche tramite l’uso di strumenti e procedure informatiche, è stato avviato dal legislatore con la legge n. 488/1999, meglio nota come legge finanziaria 2000.
Ed è nello stesso anno che il “programma per la razionalizzazione degli acquisti della P.A.” è stato messo in opera con lo scopo precipuo di razionalizzare la spesa di beni e servizi delle Pubbliche Amministrazioni, migliorando la qualità degli acquisti e riducendo i costi, nonché di semplificare e di rendere più rapide e trasparenti le procedure di approvvigionamento pubblico. Consip sicuramente, in questo senso, è uno degli attori principali.
Successivamente - continua Gabriele - l’introduzione della legge 95/2012 e della legge 228 del 24 Dicembre 2012, come prima specificato, hanno segnato l’obbligo di approvvigionamento attraverso le convenzioni-quadro Consip S.p.A. per tutte le tipologie di beni e servizi che devono essere acquistati dalle Amministrazioni statali, centrali e periferiche, a meno che nel mercato libero ci siano condizioni economiche più' favorevoli e che, il Comune stesso, riesca a dimostrare alle autorità competenti - in questo caso la Corte dei Conti - l’effettiva convenienza economica della scelta, che, secondo il Decreto Ministeriale del 22 Dicembre 2015, equivale al 3% dell’imponibile.
Nel caso in cui l’Amministrazione locale - prosegue Battaglino - più precisamente il RUP (Responsabile Unico Procedimento), non si accertasse e non rispettasse i parametri indicati al momento del controllo da parte degli organi Statali competenti scatterebbe - per effetto dell’art.26 della Legge n.488/1999 - il conseguente danno erariale nei confronti dell’Ente Pubblico.
Con il termine danno erariale (Legge n.20 del 14 Gennaio 1994) si intende ogni volta che un dipendente pubblico, nell’adempimento del suo lavoro, commetta un illecito che comporti un pregiudizio, economico e non solo, alla pubblica amministrazione propria o diversa da quella per cui lavora, purché il danno sia cagionato per dolo o colpa grave.
Questo illecito, comporta una responsabilità che può essere di due tipi:
diretta, nel caso in cui il dipendente ha commesso il fatto direttamente nei confronti della pubblica amministrazione, oppure indiretta, nel caso in cui esso si rifletta in negativo sulla stessa, anche se la vittima immediata del comportamento illecito è un terzo.
Quindi qual è la conseguenza della responsabilità da danno erariale? Ebbene, com’è facile immaginare, il dipendente colpevole dovrà risarcire il danno patito dalla pubblica amministrazione, fermo restando l’eventuale responsabilità disciplinare e penale che può sorgere dalla medesima condotta. In particolare, la pubblica amministrazione potrà chiedere al dipendente:
- il risarcimento dei danni che le ha provocato direttamente
- il risarcimento dei danni che le ha provocato indirettamente (è il caso del più volte richiamato danno all’immagine);
- il rimborso di quanto pagato a terzi per la sua condotta illecita, visto che la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.
Quindi - conclude il Direttore Tecnico - sono molti i rischi che incorrono nel rifornirsi dal mercato libero. Consip, ad ora, resta lo strumento più utile e conveniente nella gestione e nella salvaguardia di bilancio da parte di tutte le Pubbliche Amministrazioni».
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Alessandro Salvatori
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