La “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, approvata dalle Nazioni Unite (ONU) nel 1948 rappresenta una pietra miliare nel progresso civile del genere umano. La maggior parte delle nazioni del pianeta l’ha formalmente sottoscritta, ma sappiamo bene che in molti paesi i diritti umani sono bel lungi dall’essere rispettati.
È interessante analizzare la situazione dei diritti dell’uomo in Iran, al centro dell’attenzione internazionale per l'uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli USA e per le successive rappresaglie da parte dello stato asiatico. L’Iran è una “Repubblica Islamica”, dove la “Sharia” è legge dello stato. La Sharia è la “Legge di Dio” che ha come fonti il Corano e la Sunna (il codice di comportamento della religione islamica). Sharia significa, in Iran, pena di morte per impiccagione eseguita in strada, amputazione delle dita con ghigliottina in pubblico, fustigazione, e altre pene violente e degradanti.
Lo “Iran Human Rights Monitor” è costituito da attivisti iraniani che ogni anno pubblicano un rapporto sulla situazione dei diritti umani nel loro paese di origine.
Lo scorso novembre in Iran ci furono proteste per l’aumento del prezzo della benzina: 12000 manifestanti arrestati, 1500 uccisi dalle forze di sicurezza, 4000 feriti. In seguito alla repressione fu sospesa l’attività di internet stessa, così da evitare qualsiasi dibattito democratico e per frenare la diffusione di informazioni e immagini. I resoconti degli ex prigionieri delle carceri riportano l’uso della tortura e dello stupro; le torture risultano a volte nella morte del prigioniero stesso. Inoltre, gli attivisti per i diritti umani che decidono di rimanere in Iran, vengono spesso discriminati, intimiditi e a volte arrestati.
La situazione delle donne non è paragonabile a quella del mondo occidentale. La donna non ha “diritto genitoriale”, non può trasmettere la cittadinanza ai figli. Le ragazze che non portano il velo o che ascoltano musica insieme ai maschi possono essere arrestate, da adulte in caso di divorzio non hanno diritto al mantenimento da parte del marito e finiscono spesso in miseria. Girano per le città delle squadre governative (la “polizia morale”) che hanno il compito di far rispettare l’obbligo del velo.
Per quanto riguarda i bambini, le punizioni corporali non sono proibite e gli abusi sui minori da parte di familiari vengono definiti “affari privati” e quindi non trattati come crimini.
Come verrebbe accolto in una nazione come l’Iran un programma di istruzione scolastica sui diritti umani basato sui 30 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo?
“Uniti per i Diritti Umani” e “Gioventù per i Diritti Umani” sono programmi sostenuto dalla Chiesa di Scientology, fondata da L. Ron Hubbard. Sono attivi a livello internazionale organizzando convegni (il più recente a New York nel Palazzo di Vetro della Nazioni Unite) e lezioni sui Diritti Umani nelle scuole elementari, medie e superiori, allo scopo di diffondere la conoscenza della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo approvata dall’ONU nel 1948.
Il fondatore della Chiesa di Scientology, L. Ron Hubbard, ha affermato: “I Diritti Umani devono essere resi una realtà, non un sogno idealistico".
Fonte notizia
www.humanrights.com