Steve McCurry al Mudec – Photo
Steve McCurry al Mudec –inaugurato il nuovo spazio espositivo del Mudec
Il museo Mudec di Milano ha inaugurato un nuovo spazio espositivo dove verranno collocate le fotografie d’autore. Per battezzare un tale spazio la direzione del museo poteva scegliere un fotografo migliore: Steve McCurry.
Inaugurata il 16 Dicembre e in essere fino al 31 Marzo 2019, la mostra presenta una serie di scatti del celebre fotografo, tutti con una tematica comune: gli animali. La mostra si intitola infatti Animals.
Le foto provengono da un progetto del 1992, quando il fotografo visitò i paesi della terra del Golfo in uno scenario di guerra. Qui fece alcuni scatti della vita quotidiana delle persone, in comunione con animali, da compagnia ma non solo. Ecco quindi alcuni scatti famosi, come i cammelli sullo sfondo di pozzi di petrolio in fiamme oppure gli uccelli migratori cosparsi di petrolio. Le fotografie di Steve McCurry indagano sul rapporto che l’uomo ha con gli animali nella sua vita quotidiana ma anche con animali immersi in un ambiente che l’uomo ha deturpato e rovinato. I soggetti di queste fotografie sono spesso bambini, che comunque hanno qualcosa in comune con tutti i soggetti che il fotografo sceglie: etnie fragili, civili in aree di conflitto, donne. La serie Animals rdi Steve mcCurry ci spinge a fare riflessioni sul mondo in cui stiamo vivendo, su come lo stiamo trattando e soprattutto con chi lo stiamo condividendo. Perché fotografie del genere, scattate dall’altra parte del mondo, ci colpiscono non sono per la sua estetica, per colori ai quali non siamo abituati o per la luce; ma soprattutto ci ricordano che la nostra parte di mondo, le nostre città, la gente che siamo abituati a vedere non sono le uniche esistenti.
Steve McCurry è nato nella periferia di Filadelfia nel 1950. Si è laureato nel 1974 (in Teatro!) e iniziò a fotografare per il quotidiano The Daily Collegian. Fin dagli inizi della propria carriera si è spinto in scenari di guerra: l’Iran, l’Iraq, Beirut, la Cambogia, le Filippine, l’Afghanistan e la Guerra del Golfo. L’attenzione del fotografo è sempre per l’essere umano e sugli effetti che la guerra ha su di lui. A proposito del proprio lavoro il fotografo dice che una delle qualità necessarie per fare dei buoni lavori è la pazienza: il fotografo dice infatti che se il fotografo ha la pazienza di aspettare “le persone si dimenticano della macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”.
Il fotografo ha vinto numerosi premi fotografici, come il Magazine Photographer of the Year, assegnato dalla National Press Photographers’ Association, oppure il World Press Photo Contest.
Una delle fotografie più famose del fotografo è Ragazza afgana, scattata in un campo profughi vicino a Peshawar, in Pakistan. Pochi sanno che il fotografo ultimamente ha ricercato la ragazza, e le ha scattato di nuovo una fotografia, ritraendola dopo tanti anni.
Fonte notizia
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