SplendOri – La prima mostra ad Ercolano
SplendOri – Ad Ercolano la prima mostra allestita nel parco archeologico
Dal 20 dicembre 2018 al parco archeologico di Ercolano è in essere la mostra “SplendOri – il lusso negli ornamenti ad Ercolano” che raccoglie monili ed oggetti di uso quotidiano rinvenuti nel luogo degli scavi. Gli oggetti erano appartenuti agli antichi ercolanesi che, durante quei momenti tragici, cercarono di portare in salvo i loro averi, come sappiamo, senza successo. Paradossalmente hanno avuto più fortuna questi ori rispetto ai loro proprietari.
Tali oggetti ci raccontano molto della provenienza sociale di chi li possedeva, anche se la declinazione al lusso accomuna un po’ tutti questi oggetti, tra cui gioielli, monete, gemme, arredi e strumenti preziosi per imbandire tavole e banchetti. I ritrovamenti provengono dalle Domus, dalle botteghe e dagli edifici pubblici di Ercolano, e ci raccontano di una comunità gioiosa e operosa, molto dedita all’artigianato e alle piccole botteghe. Alcuni di questi oggetti sono stati ritrovati sulla spiaggia, dove evidentemente alcuni abitanti hanno cercato di salvarsi, inutilmente.
La mostra cerca di coinvolgere il più possibile lo spettatore, fino all’ultima sala dove in uno spazio dedicato sarà possibile indossare idealmente gioielli e monili antichi scattandosi selfie e postandoli sui social, cosicché lo spettatore diventa anche ambasciatore del parco archeologico.
Secondo la leggenda Ercolano fu fondata da Ercole nel 1243 a.C. Come tutto il sud Italia, subì molteplici invasioni da parte di popoli diversi: prima fu infatti conquistata dai greci, poi dai sanniti e infine dai romani, che ne resero un luogo residenziale per l’aristocrazia romana. Sotto il tribuno Marco Nonio Balbo la città visse il suo massimo splendore, infatti vennero restaurati moltissimi edifici e molti altri costruiti. Prima dell’eruzione del Vesuvio ci fu un altro accadimento che danneggiò la città: il terremoto di Pompei del 62. Nel 79 poi, come sappiamo, l’eruzione del Vesuvio sotterrò la città e i suoi abitanti sotto venticinque metri di fango e materiali piroclastici che col passare degli anni si sono solidificati e hanno protetto tutto ciò che hanno sommerso e ucciso, per ridarcelo intatto, come monito per la forza distruttrice della natura.
Fonte notizia
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