L’ARTE HA FATTO 13! : PRESSO IL SALONE DEL SEMINARIO ARCIVESCOVILE DI VERCELLI “CALEIDOSCOPIO DI EMOZIONI” INAUGURATA LA MOSTRA COLLETTIVA DEI SOCI DI “FUTUR'ARTE”.

Il grande salone affacciato sullo splendido cortile barocco progettato da Filippo Juvarra ospita un fine settimana dedicato all’arte con la mostra di pittura dei soci di “Futur'Arte” , Associazione Culturale attiva sul territorio dal 2016 che, come ha spiegato il dinamico presidente Franco Ferragatta, “accoglie cultori ed amatori dell’Arte con la finalità di curare con ogni mezzo possibile la diffusione dell’amore verso l’Arte nelle sue varie forme espressive, incoraggiare artisti, letterati e studiosi, organizzare conferenze e convegni, allestire esposizioni artistiche e promuovere visite guidate e pubblicazioni di interesse culturale, specialmente in ambito cittadino”. Oltre ad un numeroso e qualificato pubblico erano presenti all'inaugurazione l'assessore alla cultura Daniela Mortara e il sindaco Maura Forte che nel suo intervento di saluto ha espresso l'apprezzamento, oltre che per la qualità delle opere esposte, per l'attività dell'associazione Futur'Arte impegnata per la valorizzazione degli artisti del territorio. La mostra, come riassume il titolo, rappresenta un vero e proprio e proprio “ Caleidoscopio di emozioni”, che raccoglie una quarantina di opere di 13 artisti: Roberto ALBELTARO, Pio Mario ARINI, Valerio BONADONNA, Fedora FEDERICO, Franco FERRAGATTA, Giacomo GIVOGRE, Cristina MARASCIA, Andrea MELI, Aurelio NIGRO, Maria PELIZZARO, Elvira TRECCANI, Mariateresa VARALDA e Franco UGA che per questo evento propongono i loro più recenti lavori che spaziano dal figurativo all’informale passando per il ritratto e la natura morta, il paesaggio e l’astratto, in un ricco itinerario artistico di generi e tecniche diverse in grado di interessare il curioso e sorprendere l’appassionato. Vale la pena allora di conoscere un pò meglio gli artisti che con le loro opera hanno dato vita a questo “CALEIDOSCOPIO di EMOZIONI”: Roberto ALBELTARO interpreta il suo ruolo di instancabile cantore della sua terra: descrive paesaggi straordinari e poetici che nascono dall'infinito confronto tra cielo, acqua e terra, opere solari e dai cromatismi intensi, che inducono a riflettere su un mondo rurale che si sta perdendo, su una natura nuova, vista con gli occhi dell’artista. Pio Mario ARINI è artista che dimostra di conoscere profondamente i colori e le loro innumerevoli possibilità espressive, date dall’accostamento delle diverse tonalità, dalle vibrazioni della luce, da quel suo sottile, delicato, eppure incisivo e intenso gioco di sfumature luministiche. Valerio BONADONNA presenta opere astratte, immediate, libere e spontanee, con una pittura fatta con spruzzi, macchie, sgocciolature di colore. I segni che ne conseguono configurano un'immagine caotica, un intreccio irrazionale ed informale di colori e linee, frutto di una gestualità che vuole portare in superficie le motivazioni nascoste dell'inconscio. Fedora FEDERICO nei soggetti di paesaggio esplica soprattutto il tema della ciclicità della natura e delle stagioni, il mutare del cielo, le diverse intensità di luce con il passare del giorno o all'imbrunire, sperimentando la propria tecnica con colori forti e vivaci, con l'occhio rivolto alla cultura contadina, alle sue tradizioni e ai suoi personaggi. Franco FERRAGATTA rievoca il grande movimento delle avanguardie storiche del secondo dopoguerra, emblema a tutti gli effetti della modernità, trasfigurando l'atto pittorico in azione, trasformando l’energia mentale in gesto fisico e vitale, che permettono di “leggere” il quadro come specchio dinamico del pensiero. Giacomo GIVOGRE trova nella personale rilettura del paesaggio sempre nuovi spunti creativi e affida al vigore della spatola e alla forza espressiva del colore il compito di trasportarci nell’emozione delle tele che paiono dilatarsi invadendo l’ambiente e nelle quali è palese l’adesione alla sacralità della natura. Cristina MARASCIA Esplora l’universo femminile rendendo tangibile l’aura di mistero e seduzione che si nasconde dietro figure stilizzate, caratterizzate da una grande attenzione cromatica e da richiami al ritmo formale di impronta post-cubista che svelano armonici effetti di enigmatica poesia nella loro bellezza e nella loro armonia. Andrea MELI adopera il colore in modo libero, trattandolo come un mezzo espressivo, per suggerire stati d’animo e suggestioni spirituali. Nelle opere si percepisce una profonda analisi interiore ed una visione onirica dell’esistenza, si respira un’atmosfera serena ma sospesa, astratta dalla realtà e avvolta in un alone di mistero. Aurelio NIGRO, nella sua approfondita analisi del paesaggio, si avvale di una tavolozza che si schiarisce e si arricchisce di nuovi toni e di nuove sfumature, servendosi degli effetti suggestivi della luce per trasfigurare poeticamente la realtà, con un disegno appena accennato e una luminosità soffusa, che infonde un atmosfera silenziosa e meditativa. Maria PELIZZARO propone immagini simboliche e intense, che esprimono forza e movimento, sensibilità e profondità. Caratteristiche che identificano il suo modulo artistico e caricano di un felice gioco espressivo ogni sperimentazione ed ogni passaggio: di luce, di colore, di segno, di forma, fino a percepire una suggestione spirituale, una sacralità ed una visione onirica. Per Elvira TRECCANI la pittura è azione, esplicitazione di un impulso interiore: la materia, non è un mezzo, è una realtà viva con cui viene alle prese, ed il quadro non è altro che lo spazio, il campo in cui si concretizza l'ispirazione con l'uso di colori chiari e luminosi sotto cui si nasconde una virtù rara e antica: sensibilità e amore per l'arte. Franco UGA unisce maestria tecnica e liricità cromatica, per una dialettica pittorica che da vita ad una visione basata sulla leggerezza, in un gioco allusivo liberato dai lacci delle convenzioni e degli stereotipi. Opere uniche, vive, eleganti e raffinate, che generano emozione e coinvolgimento nell`animo dell’osservatore. Maria Teresa VARALDA, predilige la raffigurazione di paesaggi, cogliendone con fine sensibilità le caratteristiche ambientali e umane e facendone talora scenari per composizioni idealizzate, dove convivono magicamente realtà e fantasia. Il tratto allora diviene essenziale e simbolico e, travolto dall’emozione visiva fortemente biografica, trasforma la sintesi creativa in costruzione astratta.

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