Nelle aziende “illuminate” l’importanza del Team di collaboratori di cui si dotano rappresenta uno dei principali fattori di successo.
Come mi piace considerarlo, l’uomo è l’unico asset, per così rappresentarlo, che aumenta di valore con il tempo, grazie alla formazione e l’esperienza acquisita, mentre tutto il resto, macchine attrezzature e materiali, tende a perdere via via il proprio valore iniziale.
Se assumiamo in azienda un giovane neolaureato, immaginiamo un ingegnere con buone basi accademiche, lo stesso avrà un proprio valore iniziale. Man mano che la vita aziendale gli fornisce l’opportunità di fare formazione, di sperimentare l’esperienza sul campo, di fare job rotation, il soggetto aumenterà di valore per se stesso e per l’azienda in cui opera.
Al contrario se acquistiamo un nuovo macchinario, una linea o una speciale attrezzatura, il valore iniziare è pieno, poi man mano che va in utilizzo decrementa lo stesso, con una prima fase legata all’ammortamento poi con susseguenti passaggi di vetustà fino a minimali valori di libro.
Le due curve sono in pratica opposte, la prima sale e in certi casi, con la motivazione e le caratteristiche giuste della “persona” si arriva a livelli molto alti, nella seconda la curva scende più o meno velocemente, sulla base di quanto siamo bravi a tenere manutenuto il bene aziendale.
Un altro concetto che mi piace sottolineare è la differenza tra il soggetto aziendale “Uomo” e “Persona”,
da un lato troviamo la connotazione della fattispecie “uomo” quasi come un’unità di misura, di costo o produttività, ad esempio: ore/uomo – pz /uomo – conta delle teste /FTE – fatturato/uomo – tons o altra UM /uomo – organico tecnologico, combinazione uomo/macchina.
Dall’altra parte un connotato diverso, la “persona”, con la sua personalità, qualità, competenza, esperienza e tutto quello che può dare come valore aggiunto, “cuore e cervello”.
Quest’ultima figura fa la differenza all’interno di un’azienda, grazie ai suoi skill, alla sua inventiva, al suo impegno, alla sua dedizione e motivazione, la sua carica emotivamente positiva nel far crescere lo sviluppo aziendale.
Quindi l’azienda deve preoccuparsi di non sprecare l’opportunità di coinvolgere e utilizzare le proprie persone al meglio.
Per l’appunto, voglio ricordare che l’ottavo spreco della Lean (8th-MUDA) è probabilmente il più importante di tutti gli altri 7 normalmente classificati:
Lo spreco delle competenze delle persone nel posto di lavoro si manifesta quando le stesse sono sottoutilizzate e non apprezzate, esse poi tendono a sentirsi frustrate e lasciano l'azienda o semplicemente si arrendono allo status quo perdendo di proattività ed efficacia. Quando ciò accade non solo il dipendente perde, ma è l'azienda che perde ancora di più. Ciò si evidenzia quando le persone fanno solo quel che basta per cavarsela, l'assenteismo aumenta e c'è un turnover esagerato.
Tutto questo può essere gestito coinvolgendo i dipendenti in un processo condiviso di miglioramento continuo, modificando con approccio positivo il modo di fare le cose e la Lean è il modo migliore per farlo.
Ridurre passaggi a non valore aggiunto nei vari processi e offrendo alle persone più tempo di sviluppare nuove competenze e idee di miglioramento.
In questo modo possiamo acquisire informazioni importanti, erogare formazione permanente per i dipendenti garantendo nella massima collaborazione, generando una fidelizzazione e un senso di appartenenza che motiva tutto l’ambiente.
Riconoscere il valore alle persone meritevoli è fondamentale da parte del management,
così che poi le stesse apprezzino sempre di più l'azienda dove operano, vivono e crescono:
ciò garantirà sempre più valore indietro.
Quelle persone che un giorno potranno proprio essere chiamate a gestire l'azienda stessa.
Riccardo Tobia