è un libro di filosofia alla buona, in cui per renderlo comprensibile a chiunque e di facile lettura, al posto della teoria c’è l’aneddotica. Sempre divertente e anche commovente, è utile e istruttivo. Non è un saggio di critica al denaro né a chi ne possiede. Anzi, auspico che tutti ne abbiano in abbondanza e, comunque, in quantità sufficiente per vivere senza problemi. Raccomando di approfittare del denaro per godere il più possibile della vita. Tenere il denaro sotto il materasso è come non averne. Serve per acquistare beni che ci consentono una vita più comoda e più confortevole. Accumularne non è il fine migliore. Non bisogna amare il denaro ma la vita, che ci riserva tante emozioni che non costano nulla. Dopo aver letto il libro saprete quasi tutto su vantaggi e inconvenienti che riguardano il denaro. Capirete pure come custodirlo e investirlo, come proteggerlo da truffe e insidie, e come farne a meno quando non ce n’è.
Roberto Tumbarello, giornalista, laureato in Giurisprudenza, ha tre figli e sei nipoti. Per tanti anni portavoce in Italia del Consiglio d’Europa, è esperto in Comunicazione e Diritti umani. Al centro delle sue riflessioni c’è sempre la vita, di cui è pazzamente innamorato. Un amore che consiglia ai suoi lettori. Inviato speciale di quotidiani e settimanali a vasta tiratura nelle Americhe, in Africa, nel Sud Est asiatico e in Medio Oriente, ha chiuso la carriera come direttore del Giornale di Napoli e di Napoli Sera. Tra le sue ultime pubblicazioni Gesù era di destra o di sinistra? (2009), Si salvi chi può (2012), O la borsa o la vita (2014), Viaggio nella vita (2017).
Pagine 320,Prezzo 20,00
Il denaro è sempre stato un elemento fondamentale nella vita dell’uomo ed è continuamente oggetto di venerazione. Ne parlano i sapienti senza mai dare una spiegazione comprensibile. Solo chi ha fatto studi specifici può capirli. Adesso che il denaro sta attraversando un periodo delicato, soprattutto per la sua inadeguata distribuzione nella società, è giusto che tutti capiscano perché pur essendocene tanto in circolazione – mai come in questo periodo – certe famiglie stentano ad arrivare alla fine del mese. Mentre c’è chi ne possiede molto più del necessario. Qualcuno vive da nababbo e usa una minima parte del proprio denaro per vivere nel lusso.
Sarebbe utile una riforma culturale del capitale perché il denaro, che in questo saggio io tratto con molto rispetto, sia considerato – chiunque lo possegga – soprattutto strumento di benessere collettivo, come al tempo in cui industriali e imprenditori erano illuminati, e non solo di arricchimento personale. Chi non ne possiede a sufficienza si pone il problema di procurarselo. E vivono infelici inseguendo benessere e comodità che, magari, non raggiungeranno. I benestanti, invece, hanno il problema di come investirlo per accrescerne la quantità. La problematica del denaro è complessa. Ed è questa che analizzeremo negli aspetti pratici, morali, culturali e storici (Dalla Prefazione)