Agli inizi del Settecento un gruppo di begli ingegni soliti riunirsi la sera intorno a una bottiglia di chiaretto ebbero un’idea geniale: scrivere a più mani una serie di opere che fossero la parodia di quanto la cultura moderna sfornava e la nascente industria editoriale smerciava al pubblico. Opere – poetiche, teatrali, narrative, scientifiche, critiche etc. – che sarebbero state attribuite a un autore fittizio dal nome di Martinus Scriblerus, vale a dire Martino Scribacchino, figura di misconosciuto genio universale che ci si proponeva di rivelare al mondo scrivendone la biografia e pubblicandone poi i numerosi manoscritti «a beneficio dell’umanità». Per quanto realizzato solo in parte, il progetto – che seppure a fasi alterne durò una trentina d’anni e vide la partecipazione, fra gli altri, di Swift e Pope – rappresenta una delle più singolari imprese satiriche settecentesche ed esercitò un’influenza notevole sugli autori successivi, da Fielding a Sterne e oltre. Il volume che qui si presenta include, oltre a una nuova traduzione delle Memorie della vita straordinaria, delle opere e delle scoperte di Martinus Scriblerus, alcuni dei più significativi testi usciti dalla fucina scribleriana e mai prima d’ora editi in Italia
Giuseppe Sertoli, valtellinese di nascita e milanese di formazione, Giuseppe Sertoli ha insegnato Letteratura inglese nelle Università di Perugia, Palermo e – dal 1977 al 2013 – in quella Genova, presso la quale è ora Professore emerito. Si è occupato prevalentemente del romanzo otto-novecentesco (Hardy, Kipling, Conrad, Durrell) e di narrativa, critica e teoria estetica del Settecento. In quest’ultimo ambito ha curato edizioni di L. Sterne (Viaggio sentimentale, 1983), E. Burke (Inchiesta sul Bello e il Sublime, 1985), J. Dennis (Critica della poesia, 1994), D. Defoe (Le avventure di Robinson Crusoe, 1998), J. Addison (I piaceri dell’immaginazione, 2002), S. Johnson (Rasselas principe di Abissinia, 2005). Una raccolta dei suoi saggi d’area settecentesca è uscita nel 2014 col titolo I due Robinson e altri saggi sulla letteratura inglese del Settecento. Ad anni meno recenti risale il suo interesse per la filosofia francese contemporanea, in particolare per la figura e l’opera di Gaston Bachelard, al quale ha dedicato una monografia (Le immagini e la realtà, 1972) e di cui ha curato un’antologia di testi (La ragione scientifica, 1974).