Trasformare gli impianti energy intensive dando vita ad un modello di produzione in linea con gli accordi di Parigi. Gianpietro Benedetti (Gruppo Danieli): pronti per la sfida della decarbonizzazione.
Gianpietro Benedetti: lo scopo della partnership tra Gruppo Danieli, Saipem e Leonardo
Gruppo Danieli, Saipem e Leonardo hanno avviato lo scorso 18 febbraio una nuova e inedita partnership. L’obiettivo: collaborare nello sviluppo di progetti di riconversione green destinati agli impianti di produzione dell’acciaio. “La nuova soluzione tecnologica – ha dichiarato al quotidiano “Nordest Economia” Gianpietro Benedetti, Presidente di Gruppo Danieli – prevede la sostituzione del processo produttivo convenzionale dell’acciaio, basato sugli altoforni, con un nuovo processo che utilizzerà forni ad alimentazione elettrica ibrida integrati a impianti di riduzione diretta del minerale di ferro per mezzo di una miscela di metano e idrogeno per ottenere un acciaio green con emissioni limitate di Green House Gas”. L’accordo nasce dalla consapevolezza dei numerosi siti produttivi presenti sul territorio nazionale, in particolare nel Mezzogiorno, che necessitano di soluzioni tecnologiche innovative e soprattutto al passo con il trend della sostenibilità. L’Ilva uno dei possibili candidati. Ma le tre società, ha spiegato Gianpietro Benedetti, si rivolgeranno anche alle realtà oltreconfine.
Gianpietro Benedetti: i dettagli dell’accordo
“Danieli si propone come appaltatore per la fornitura degli equipaggiamenti tecnologici di riduzione diretta e di forni elettrici – ha continuato Gianpietro Benedetti – Saipem si occuperà della realizzazione in loco degli impianti, integrando tecnologie e competenze nelle filiere del gas naturale, dell’idrogeno e della cattura della CO2”. Leonardo metterà a disposizione le sue competenze relative all’industria 4.0, nello specifico come digital and security technological partner. La partecipata del MEF offrirà “soluzioni integrate volte all’ottimizzazione in sicurezza dei processi di produzione, oltre che per la protezione delle componenti fisiche e digitali”. Gli strumenti sono chiari e la sfida altrettanto: “Arrivare all’eliminazione del carbone dalla produzione di acciaio sostituendolo con il gas, che già abbatte della metà le emissioni in atmosfera, e in prospettiva con l’idrogeno”. Un nuovo modello che consentirà inoltre agli impianti riconvertiti di abbassare i nuovi costi delle emissioni di CO2: “Oggi le emissioni di C02 vengono colpite da una tassa che si riverbera sul prezzo finito dell’acciaio, dai 30 ai 40 euro per tonnellata – ha spiegato Gianpietro Benedetti – ed è una tassa destinata ad innalzarsi sino a raddoppiare nel volgere di non molti anni. Da qui l’interesse dei produttori ad investire per abbattere le emissioni e restare competitivi”.