Di recente, il format Arte in quarantena del Tgcom24 ha portando in primo piano l’arte di Giuliana Maddalena Fusari. Artista di Spoleto Arte, la Fusari ha un interessante percorso alle spalle. Tale da rendere il suo stile riconoscibile e fuori dal comune. Abbiamo voluto farle qualche domanda in merito.
Il TGcom24 ha dato il via alla piattaforma Arte in Quarantena, su cui compare un servizio a lei dedicato. Che ne pensa dell’iniziativa di portare l’arte direttamente nelle case degli spettatori proprio quando non si poteva uscire?
Penso che sia una cosa meravigliosa e molto azzeccata. Assolutamente necessaria sia per gli artisti e ancor di più per i fruitori.
Con il passare del tempo e l’evolversi del suo stile, le sue opere trovano dimora in diverse correnti artistiche. L’ultima è l’Informale Femmina. Di cosa si tratta?
Posso riassumere l'evolversi del mio stile con il Figurativo Post Moderno che pratico dagli anni '80. Dal 2014 a questo si è affiancato l'Estetica Paradisiaca. Anno dopo anno mi sono immersa sempre di più in questo movimento artistico basato su un informale essenziale e spirituale. Posso dire che ho contribuito con le mie opere a determinare la poetica del movimento.
In quanto all'Informale Femmina è una cosa tutta mia. Partendo dall'Estetica Paradisiaca, che per auto definizione punta sul bianco, ho iniziato a desiderare di fare queste opere con tutti gli altri colori, privilegiando la pittura materica, l'uso del colore "grasso", con un volume paragonabile al basso-rilievo. Prima dipingevo con il dito, poi, nell'Informale Femmina, direttamente con il tubo dei colori, lasciandomi trascinare, per non dire travolgere, dall'impulso emotivo. E un giorno ho pensato "guarda come queste opere sono così concettualmente e psicologicamente diverse, addirittura di segno opposto, alle opere informali, che pure sono così materiche, dei miei colleghi uomini!"
E perché? Perché loro sono maschi e io sono femmina! Sembra una banalità e invece è una differenza sostanziale.
Il prendere atto di questa cosa mi fece venire l'idea di aggiungere una o più perle naturali alle mie opere, per sottolinearne la Grazia e l' Eleganza.
Quali funzioni ricoprono il colore e il tessuto nei suoi lavori?
Il colore e il tessuto sono fondamentali nelle mie opere. Potrei dire che il colore è la mia Anima e il tessuto, la tela, il raso, le carte o comunque il supporto, sono la mia pelle. L'anno scorso una nota giornalista d'arte di Verona, Vera Meneguzzo, è venuta a visitare la mia Personale A.M.A.C.I. per la giornata del Contemporaneo. Alcune opere attraverso dei tagli esibivano il legno del telaio. Mi chiese il perché. Le ho risposto "Sono le mie ossa".
Ed è così. Il colore è la mia Anima, il tessuto è la mia pelle, il telaio a vista sono le mie ossa.
In quale delle sue creazioni si riconosce di più?
In tutte ! Certamente ci sono delle opere particolarmente ben riuscite, che mi piacciono di più, a cui tengo particolarmente, ma sono così tante che è impossibile dire quante e quali sono.
Ritiene che scegliere di fare arte e di affermarsi in questo campo sia più difficile per una donna?
Sicuramente si. Immensamente si! E non è un'opinione. Lo dicono fatti.
Tutte le donne artiste veramente famose o sono figlie o mogli o amanti di uomini famosi, artisti e non. Fino a vent'anni fa nelle mostre importanti c'era una donna ogni 20 /30 uomini, e nelle mostre importantissime, una ogni 50. Adesso la presenza delle donne è pari o anche superiore a quella degli uomini. Ma sono convinta che siamo come di contorno. Il piatto forte è l'artista maschio. E chi compra l'Arte certamente si fida di più di acquistare un'opera fatta da un uomo che da una donna. Negli anni '90 il gallerista della Galleria Ferrari, pioniere dell' Arte Contemporanea in Verona, mi ha fatto questo discorso "Mi piacciono le tue opere ma non posso farti fare una mostra nella mia galleria. Perché per vivere io devo vendere e le tue opere, pur così belle, non le comprerà nessuno. E sai perché? Perché non sono adatte agli uomini. E sono gli uomini che comprano l'Arte. Le donne se hanno soldi si comprano una pelliccia o un bel gioiello, ma non comprano l' Arte Contemporanea. Forse quella antica, ma non l'Arte Contemporanea."
Temo che sia così ancora adesso.
Tra i suoi sostenitori troviamo Spoleto Arte e il suo presidente Salvo Nugnes. In che occasione vi siete conosciuti?
Anni fa ho iniziato a ricevere le mail di Spoleto Arte, e dopo un po' ho accettato di partecipare. La prima mostra insieme è stata la Biennale di Milano 2015 presso la Milano Art Gallery a Milano. Conoscerci, nel senso di conoscerci personalmente, è stato nel 2018 alla Pro Biennale per il compleanno di Vittorio Sgarbi.
Anche per lei la quarantena ha riservato un lato creativo? A cosa sta lavorando al momento?
Stare in casa è la mia normalità. Durante la quarantena ho fatto le cose che avrei fatto comunque. Ho dipinto, cucito e fotografato.
L'unica cosa è che mi è successa una cosa insolita che non mi era mai capitata. Ho dato il colore di fondo a una tela. Giorni dopo, guardandolo, vi ho visto il profilo di un uomo. Poi, nei giorni successivi, ho visto un'altra faccia e poi un'altra. Ho deciso di cambiare progetto per quel quadro e anziché farne un Informale Femmina con la sua perla, di lasciare questi volti e forse di evidenziarli per renderli più visibili. Eravamo nel momento più buio della pandemia, l'inizio, quando il solo pensare a questa epidemia di feroce polmonite sembrava un incubo. E anche, almeno a me, una cosa a cui non riuscivo a credere.
Ero così sotto shock da aver dipinto, senza accorgermene, dei volti angosciati e allucinati. Questo quadro, così diverso dai miei, non sembra neppure dipinto da me! Ma invece l'ho fatto io.