Bergamo: manifestanti all’entrata dell’Ospedale chiedono verità e giustizia e l’immediata messa al bando della contenzione
Una sessantina di persone hanno manifestato oggi pomeriggio davanti all’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, in seguito alla morte di Elena Casetto, arsa viva con polsi e caviglie legate a un letto di contenzione nel reparto di psichiatria.
L’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani ha equiparato la contenzione alla tortura, ma secondo un’indagine della campagna “E tu slegalo subito” i dirigenti di ben 302 reparti psichiatrici su 320 (oltre il 95%) continuerebbero a utilizzarla. Il ricorso a questa pratica, che quasi ci ricorda i tempi di Torquemada, viene giustificato perché il paziente sarebbe agitato, ma sono in molti a non essere d’accordo.
Secondo Alberto Brugnettini, vicepresidente del CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani), “La legge sul Trattamento Sanitario Obbligatorio - impropriamente chiamata Legge Basaglia - viene troppo spesso abusata adducendo lo stato di necessità. In realtà, molti dei cosiddetti TSV (Trattamento Sanitario Volontario) sono dei TSO mascherati. Come direbbe il Padrino, al malcapitato viene fatta un’offerta che non può rifiutare: ci segui di tua spontanea volontà oppure ti prendiamo con la forza. A volte è sufficiente non presentarsi per la puntura mensile. Francesco Mastrogiovanni e Andrea Soldi, morti di TSO in anni recenti, furono prelevati mentre erano assolutamente tranquilli. Lo stato di agitazione è sopravvenuto dopo, in seguito all’intervento forzoso: una reazione umana del tutto normale, date le circostanze - per nulla sintomatica di squilibrio.”
In realtà Franco Basaglia non ha mai scritto né approvato questa legge e, anzi, l’ha criticata aspramente. In un’intervista rilasciata al quotidiano torinese La Stampa ebbe modo di dire:
“Non si deve credere d’aver trovato la panacea a tutti i problemi dell’ammalato di mente con il suo inserimento negli ospedali tradizionali. La nuova legge cerca di omologare la psichiatria alla medicina, cioè il comportamento umano con il corpo. E’ come se volessimo omologare i cani con le banane … negli ospedali ci sarà sempre il pericolo dei reparti speciali, del perpetuarsi di una visione segregante ed emarginante.”
Le parole di Basaglia suonano come una profezia: a quarant’anni dall’approvazione di questa legge, i metodi manicomiali sono ancora utilizzati nei reparti di psichiatria di molti ospedali, e ogni mese la cronaca ci sbatte in faccia tragedie come quella di Elena.
Il CCDU, in applicazione dei principi sanciti dall’ONU, chiede una riforma in senso garantista della legge 180 e l’immediata messa al bando di contenzione e di ogni altra pratica che, in spregio all’articolo 32 della nostra Costituzione, violi “i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. “Chiediamo verità e giustizia sulla morte di Elena Casetto” conclude Brugnettini - la contenzione ancora in uso nel 95% dei reparti di psichiatria in Italia: è ora di finirla !
Fonte notizia
www.ccdu.org