Stiamo vivendo un’epoca di trasformazione continua, la tecnologia sta decisamente rivoluzionando i nostri stili di vita, la comunicazione si sta evolvendo e sta influenzando sempre di più le nostre scelte quotidiane. Siamo invasi, cosa dico, sommersi da input con una frequenza ed una potenza impressionante. Ovunque volgiamo lo sguardo ci troviamo di fronte guru pluridecorati desiderosi di manipolare la nostra mente. Svariati algoritmi raccolgono i nostri dati e bombardano le bacheche dei social con i risultati delle nostre ricerche più recenti.
L’industria del cibo spazzatura, ogni giorno, investe ed alimenta questi meccanismi, ci induce a pensare che preparare un pranzo sia una perdita di tempo, offrendoci una soluzione veloce, costosa e cancerogena. Cerca di convincere l’individuo, che scrivendo sulla confezione, “CON TANTA FRUTTA”, oppure “SOLO IL 2% DI GRASSO”, equivalga a fare una scelta salutare, omettendo le quantità tossiche di zuccheri, amidi, conservanti, coloranti, presenti nel prodotto stesso. Le pubblicità ingannevoli dei colossi dei fast food non sono una novità, ma i programmi televisivi, anche su rete pubblica, dedicati alla cucina, hanno come unico scopo, vendere ed ingozzare i nostri sguardi di grassi, zuccheri e prodotti industriali dannosi, (che sborsano milioni), spacciando come indispensabili, prodotti che in realtà andrebbero visti con un’ottica del tutto diversa. Vendere. Soldi. Industria. Manipolazione.
E la salute? E l’educazione? E la cultura?
I nostri figli sono obesi, sovrappeso, o presto lo diventeranno. Non riescono a smettere di mangiare merendine e cheeseburger, bevono litri e litri di bevande gassate dal colore e sapori discutibili. Sono buone? No, fanno schifo. Ma la forza del marchio uccide le papille gustative, e gli zuccheri creano dipendenza. Invece di fare una passeggiata per andare a casa dell’amico, gli compriamo il monopattino elettrico, perché povero cucciolo, deve imparare ad essere autonomo. Ma in autonomia ci si muove con le gambe, non con un dispositivo elettrico promosso a suon di bonus. E se questo ragazzo, crescendo, andrà incontro a problemi sociali, psicologici, fisici? Patologie cardiache, diabete, infarti, ischemie. La tv, i social, i guru, le industrie e le istituzioni, cosa ci venderanno a quel punto? Il sistema ti darà indietro il tempo? Una seconda chance?
Ogni crisi economica è storicamente accompagnata da una crisi sociale e culturale, e noi, signori, ci stiamo navigando senza una direzione, alla più totale deriva. Il costo della vita è sempre più alto, questo ci costringe a tenere ritmi frenetici e massacranti, intimati anche dal sistema che ci illude, imponendoci un modello devoto all’elevazione sociale, direttamente proporzionale al potere di acquisto, indottrinati come pedine senza identità. Il tempo che dedichiamo all’educazione dei figli è in caduta libera, e non ci affidiamo più agli insegnamenti delle nostre madri per la loro salute, bensì troviamo dei compromessi: non ho tempo per preparargli una merenda, ma gli ho dato i soldi per comprarla; non ho tempo per chiamarlo nel dopo scuola, ma ha lo smartphone; non posso giocare con lui, ma ha la console dei videogiochi, non ho tempo di fare i compiti con lui, ma vado a protestare dai maestri. Non ho tempo. Non posso.
Le priorità sono cambiate, il meccanismo messo in moto è di una potenza devastante, che temo sia soltanto all’inizio della corsa. Le ripercussioni saranno molteplici, e non potremmo mai affrontarle tutte insieme, ma basterebbe iniziare da quella più importante: il futuro delle nuove generazioni.
Fermarsi non è più sufficiente, è necessario fare un passo indietro, forse due. Guardarsi intorno e domandarsi se tutto questo, è ciò per cui i nostri nonni, hanno lavorato e lottato. Era qui che ci volevano portare? Non è più possibile tamponare, non rimane altro che ricostruire. Le nuove tecnologie, i nuovi canali di comunicazione, non sono il male, anzi, sono un potente strumento nelle nostre mani. Dobbiamo soltanto scegliere se continuare a far guidare gli altri, o mettersi noi alla guida, riprendere in mano la situazione, a partire dalla cultura, dall’educazione e dalle priorità.
Cultura, educazione e priorità.
Fonte notizia
www.nanono.it 2024 02 09 obesita-una-crisi-sociale-e-culturale