In occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, celebrata ogni anno il 4 novembre, il Gruppo FS e l’AD Luigi Ferraris hanno accolto l’arrivo del Treno della Memoria a Roma Termini.
Treno della Memoria: le parole dell’AD Luigi Ferraris sul significato dell’iniziativa
Un omaggio verso quanti hanno sacrificato la propria vita per la libertà e per l’unità nazionale. Lo scorso 4 novembre il Treno della Memoria ha raggiunto la stazione di Roma Termini, nella data che segna la conclusione della Prima Guerra Mondiale per l’Italia e che viene ricordata ogni anno con la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Presente ad accogliere il convoglio storico anche il Gruppo FS con l’AD Luigi Ferraris: “È bello pensare che, oggi come ieri, lungo il tragitto di questo treno c’erano e ci sono persone che hanno applaudito il passaggio di questa salma”, ha dichiarato l’AD ricordando inoltre come il Milite Ignoto abbia “sacrificato la propria vita sull’altare dei valori più nobili e contribuito alla libertà e all’indipendenza di questo Paese”.
Luigi Ferraris: il Treno della Memoria per ricordare grandi valori
Il Treno della Memoria rende omaggio al convoglio che trasportò la salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma nel 1921. La salma fu scelta da una madre italiana, Maria Bergamas, che aveva perso il proprio figlio durante la Prima Guerra Mondiale. L’iniziativa è partita il 6 ottobre da Trieste per poi transitare attraverso 730 stazioni italiane: oltre 5.000 i chilometri percorsi fino a raggiungere Roma Termini il 4 novembre. Come evidenziato da Luigi Ferraris, l’arrivo a Roma è “un momento di raccoglimento, di ricordo di grandi valori. Per il Gruppo FS è un momento di celebrazione di quanto le persone che ne hanno fatto parte e ne fanno parte abbiano contribuito alla realizzazione di questo Paese”. A presenziare alla cerimonia, oltre all’AD Luigi Ferraris, anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone e altri rappresentanti dell’Esercito, delle Istituzioni e della società civile.