Il governo del premier Justin Trudeau sta insistendo sul suo piano di riduzione dell’uso dei fertilizzanti. L’obiettivo ambientalista di Trudeau si scontra con una realtà fatta di rischio concreto di disoccupazione e crisi alimentare. I coltivatori canadesi si stanno opponendo a tutti i livelli. Le associazioni di categoria hanno incontrato i politici locali e da almeno due Province, l’Alberta e il Saskatchewan, giungono voci di protesta verso Ottawa. Paul McLauchlin, il presidente dei comuni rurali dell’Alberta, dice che la priorità ora è la sicurezza alimentare, non i progetti ecologisti a lungo termine del governo. Senza contare, poi, che il Canada è già adesso uno dei Paesi maggiormente impegnati nella difesa della natura e nell’agricoltura rispettosa dell’ambiente. Dunque andando avanti così, si peggiorerà la situazione dei coltivatori senza apportare alcun beneficio: Cherilyn Jolly-Nagel, a capo dell’associazione dei coltivatori di grano di Mossbank, si dice sconvolta dal fatto il governo renda la loro vita e il loro lavoro sempre più difficili, come se non bastasse già la carbon tax: ma così, limitando i fertilizzanti di una grossa percentuale, c’è il concreto pericolo di un serio aumento del prezzo degli alimentari e poi dello svuotamento dei negozi.
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