Come era ampiamente prevedibile, la Banca Centrale Americana avrà per un altro ho mandato al timone Jerome Powell. Il Senato federale ha infatti confermato il numero uno della Fed, con un forte slancio bipartisan. I voti infatti sono stati 80 favorevoli contro 19 contrari.
Ancora alla guida della banca centrale
Scelto una prima volta da Donald Trump per guidare la Fed, il 69enne Powell ha lavorato come funzionario al Tesoro sotto l'amministrazione di George H. W. Bush. Con una laurea in legge è uno dei rari non economisti a essere stato scelto per guidare la banca centrale USA.
La conferma di Powell è l'ultima in ordine di tempo, dopo quelle di Lael Brainard come vicepresidente, e di Lisa Cook e Philip Jefferson come governatori. Tuttavia resta da definire un altro vicepresidente, dopo che Sarah Bloom Raskin ha abbandonato la carica per via di un insufficiente sostegno.
La battaglia tra inflazione e Banca Centrale
La conferma di Powell era data per scontata, visto soprattutto il contesto attuale. La Banca Centrale Americana si trova in uno dei momenti più delicati della sua storia. Se da un lato l'inflazione galoppa senza sosta, dall'altro c'è il rischio recessione. Riuscire a calibrare bene le mosse di politica monetaria diventa quindi estremamente difficile. Era chiaramente sconsigliabile un cambio alla guida proprio in un momento come questo.
L'incubo dei prezzi
Quello che tiene in apprensione al FED è soprattutto la dinamica dei prezzi. In settimana il dato sulla inflazione ha confermato la galoppata dei prezzi su livelli che non si vedevano da 40 anni. Ad aprile è schizzata infatti all'8,3%. Questa corsa è cominciata con la pandemia, è proseguita con la ripresa economica post crisi infine accentuata con lo scoppio della guerra in Ucraina ti ha mandato alle stelle i prezzi di gas e petrolio.
Per un paio di anni la banca centrale USA si è mostrata assai colomba per aiutare l'economia, ma di recente ha adottato una svolta da falco, cominciando ad alzare i tassi di interesse proprio a causa di una infrazione inarrestabile. Questo ah dato slancio al dollaro, che è volato rispetto a tutte le valute del paniere. L'Index ha anche disegnato un two rabbits downside gap.
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Le mosse della Federal Reserve
La Banca Centrale statunitense nel corso del meeting di marzo ha alzato il costo del denaro di un quarto di punto, in maggio di mezzo punto percentuale. Molti economisti sono convinti che nel prossimo meeting di politica monetaria potrebbe accelerare ulteriormente.
Tuttavia c'è la consapevolezza che la stretta della banca centrale potrebbe far scivolare l'economia americana verso la recessione.