Per l'AD di Kiko Cristina Scocchia è tempo di uscire dalla crisi pandemica con una strategia ampia e solida, non basata su semplici sussidi economici.
Cristina Scocchia: "In Italia disoccupazione preoccupante, servono nuove competenze"
Anche la cosmetica ha dovuto fare i conti con gli effetti dell'emergenza sanitaria. Nel 2020 il fatturato è infatti diminuito del 13%: le cause sono da ricercarsi sia nella contrazione della domanda interna (-10%) che nel crollo dell'export (-16,5%). Numeri preoccupanti se si considera che tutto il settore, tenendo conto anche del Retail, genera circa 400mila posti di lavoro. Secondo l'ultimo rapporto congiunturale di Cosmetica Italia, 130mila sarebbero a rischio. Sul tema è intervenuta Cristina Scocchia, dal 2017 AD di Kiko Cosmetics durante la sua partecipazione al secondo appuntamento degli "Online Fashion & Luxury Talks 2021" di RCS Academy e "Corriere della Sera". "Per quanto la situazione sia difficile, credo che la pandemia finirà presto, si parla di mesi. Le aziende cosmetiche devono subito accelerare gli investimenti in innovazione e in digitalizzazione". Bisogna tuttavia partire dalla tutela dei lavoratori. Secondo Cristina Scocchia, ormai non basta più affidarsi solo ai sussidi o al blocco dei licenziamenti, che servono esclusivamente a prendere tempo: "Occorre una riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro, ma soprattutto percorsi di formazione e di riqualificazione professionale. In Italia, mentre ci sono numeri molto preoccupanti sul fronte della disoccupazione, ci sono anche aziende che non riescono ad assegnare 240.000 posti di lavoro perché mancano competenze tecnologiche e digitali".
Cristina Scocchia: Il rilancio del Paese tra digitalizzazione e ambiente
Per l'AD di Kiko si tratta di una necessità urgente: "Nel lavoro c'è più di uno stipendio - ha continuato Cristina Scocchia - nel lavoro c'è realizzazione, c'è soddisfazione, c'è dignità e dobbiamo preservare la dignità di chi perde il lavoro". È fondamentale che le aziende di tutti i settori comprendano e si adeguino ai cambiamenti repentini avvenuti nel mondo del lavoro. Per questo oggi più che mai bisogna avviare progetti di reskilling e upskilling per arricchire le competenze del capitale umano, in particolare quelle relative alle nuove tecnologie e alla responsabilità ambientale: "L'e-commerce è cresciuto del +35% lo scorso anno - ha ricordato la manager - inoltre, dall'inizio della pandemia ad oggi, è aumentata di molto la domanda di prodotti e servizi con un alto contenuto sociale ed ambientale". L'opinione di Cristina Scocchia è che la sostenibilità non sia un trend passeggero, ma una vera e propria trasformazione culturale: "Spero vivamente che l'emergenza possa lasciarci qualcosa di positivo - conclude - parlo di valori come il merito, le competenze e l'importanza della responsabilità sociale ed ambientale".