Dall’inizio della pandemia abbiamo iniziato a prendere conoscenza con varie terminologie legate alle protezioni facciali e abbiamo iniziato a riconoscere la differenza tra mascherine auto-prodotte, mascherine chirurgiche e mascherine FFP2 e FFP3.
Quelle autoprodotte, chiamate anche di comunità, non possono essere considerate dispositivi medici né tanto meno dispositivi di protezione individuali, ma una misura igienica utile con il solo scopo di ridurre la circolazione del virus. Per essere efficaci, comunque devono rispettare alcune semplici regole. Devono essere formati da un multistrato di tessuto, aderire bene al volto e coprire completamente naso e bocca.
Gli strati di tessuto devono essere di tre tipi diversi di tessuto come raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità, uno resistente all’acqua, uno filtrante e uno assorbente. Le mascherine di comunità o autoprodotte possono essere lavate in lavatrice a 60 gradi dopo ogni utilizzo e vanno controllate ripetutamente per verificarne l’usura dei tessuti per continuare a garantire la giusta protezione.
Le mascherine con una protezione più elevata dalle mascherine autoprodotte, sono le mascherine chirurgiche che vengono classificate come dispositivi medici e hanno lo scopo di evitare che chi le indossa possa contagiare le persone che sono vicine.
Anche le mascherine chirurgiche sono formate da tre strati di tessuto non tessuto (TNT) sovrapposti l’uno all’altro. La parte interna è un tessuto in Polipropilene del tipo Spun Bond che se trattato adeguatamente ha delle specifiche antibatteriche con delle capacità di catturare l’umidità durante la fase del respiro mantenendo asciutto il viso.
Il livello che si trova nel mezzo è sempre formato da uno strato di polipropilene ma del tipo Melt Blown che ha la caratteristica di essere altamente filtrante. Lo strato più esterno è di nuovo di tipo Spun Bond che viene trattato con del prodotto idrofobo per garantire la resistenza ai liquidi.
Sono utilizzate in ambiente ospedaliero dai sanitari e devono rispondere a dei precisi requisiti di resistenza a schizzi liquidi, devono garantire traspirabilità e efficienza di filtrazione batterica e devono garantire la pulizia da microbi.
La mascherina chirurgica è monouso e dopo 6/8 ore di utilizzo continuo, vanno dismesse e gettate nella raccolta dell’indifferenziata.
Le mascherine più utilizzate in questo periodo specifico, sono le FFP2 e FFP3 perché garantiscono un’elevata percentuale di filtrazione. Una maschera facciale FFP2 dovrà garantire oltre il 90% del filtraggio delle particelle nocive presenti nell'aria. Le mascherine FFP2 e FFP3 sono classificate come dispositivo di protezione individuale e devono rispondere al Regolamento 2016/425 UE.
Ogni situazione ha la sua mascherina da indossare, nei mezzi pubblici o in luoghi chiusi e affollati è sempre consigliabile indossare correttamente una maschera FFP2 o FFP3 per essere certi di essere protetti quasi al 100%.