Sapevate che Leopardi è stato uno storico dell’astronomia? E che Galileo s’interessava di musica? Storie, aneddoti e riflessioni sul tema della rapporto tra l’arte e la scienza ci vengono raccontato da Pietro Greco, giornalista che da sempre si occupa di divulgazione scientifica in Italia.
Il suo nuovo libro, Homo. Arte e scienza, pubblicato da Di Renzo Editore, ci racconta i grandi momenti della storia della conoscenza che hanno visto le discipline umanistiche incontrarsi (o scontrarsi) con quelle scientifiche, in un dialogo continuo di mutuo scambio e influenze reciproche. “Non è il sovvertimento delle regole comuni,” ci viene detto in quarta di copertina, “ma il frutto di una secolare, forse millenaria, alleanza fra intuizione creatrice e ragione scientifica”.
Dalla musica agli studi sulla percezione, dalla pittura alle regole della simmetria, dall'architettura all'utopia, dalla scrittura alle prime esplorazioni celesti, dalle pitture rupestri alla tecnica e chimica dei colori è l’uomo a riunire e in un certo senso, “confondere” ciò che un certo tipo di cultura vede come separato.
Prendiamo ad esempio la pittura: il suo legame con la scienza è continuo e indissolubile. Sono i pittori a rappresentare le prime volte celesti, a dipingere le prime carte geografiche. Per la pittura, la chimica troverà nuovi materiali e soluzioni; è dalla pittura che nasce la teoria della percezioni dei colori, l’ottica e, ai giorni nostri, persino alcune branche delle neuroscienze.
L’arte è parte vitale e integrante dell’evoluzione umana; la scienza un suo essenziale corollario. L’uomo le unisce, nella sua storia passata, nel suo vivere presente, nei suoi progetti futuri.