Baba Jaga è un personaggio del folklore russo e slavo, una strega maligna diversa dalle streghe della cultura occidentale. Non veste di nero, non indossa il cappello a punta e non vola di notte sulla sua scopa magica.
Baba Yagaviene descritta come una
vecchia ossutacon denti di ferro che si muove nel bosco viaggiando dentro un mortaio volante. Vive in una casa sospesa da terra da delle enormi zampe di gallina, circondata da teschi luminosi.
Baba Yaga ha un duplice ruolo nelle storie che la vedono come protagonista, infatti può assumere il ruolo di aiuto e sostegno in chi si imbatte in lei, oppure assume il ruolo di carnefice di chi si rivolge a lei con arroganza e maleducazione.
Mentre in occidente i ruoli di fatina buona e strega sono interpretati da due personaggi diversi, nel folklore russo, Baba Jaga ricopre i due ruoli come a ricoprire il ruolo della madre protettrice e severa allo stesso tempo.
La storia più famosa dove Jaga si mostra nelle sue complete sfaccettature è La bella Vasilisa, una sorta di Cenerentola russa. La ragazza vessata dalle sorellastre e dalla matrigna, viene mandata a cercare delle candele nella casa di Baba Yaga.
La strega la mette a dura prova e dopo che Vasilisa riesce a superare tutte le prove con dedizione, Jaga la ripaga donandole un teschio dagli occhi lucenti.
Una volta portato a casa il teschio, questo incenerirà le sorellastre e la matrigna liberando la ragazza dalle aguzzine e come le favole a lieto fine, sposerà lo Zar.
Le differenze con le fate buone o le streghe cattive della cultura occidentale, è che Baba Jaga è imprevedibile. Le fate aiutano, le streghe puniscono, Jaga decide dal comportamento del personaggio. Molti studiosi del folklore l’associano a Persefone, la dea greca minore degli Inferi e regina dell'oltretomba.
Come la dea greca, Jaga è dedita alla morte ma allo stesso tempo a difesa delle foreste. Altri la reputano il primo personaggio femminista delle favole, una figura forte e ribelle, tanto da rompere il calderone dove il diavolo la immerse con altre donne.
Quello che leggiamo nelle storie è la raffigurazione del personaggio creato dalle tradizioni folkloristiche, ma i personaggi come erano prima di arrivare sulla carta scritta?
Anche qui Baba Jaga ha fatto un’eccezione, sappiamo anche com’era prima di divenire una strega carnefice ma riconoscente allo stesso tempo. Nel racconto di Marina Višneveckaja, tradotto dal russo da Marilena Rea e pubblicato da Di Renzo Editore, Jaga viene raccontata durante l’età adolescenziale.
La strega Baba Jaga, che vive ai margini del bosco dentro una casetta con le zampe di gallina, non è sempre stata vecchia e cattiva. Anche lei è stata una bambina, una ragazza, anche lei ha amato ed è stata amata.
“Accadeva tanto tanto tempo fa, quando gli uomini e gli dei parlavano tra di loro e ancora si poteva volare sulle nuvole… Se ci lasciamo guidare dal curioso animaletto che conosce tutti i dettagli di questa storia, scopriremo il magico mondo popolato di dei e tutte le avventure che Jaga e Kascej affrontano in nome di un sentimento più grande…”
La storia inizia in un mondo lontano, dove la principessa Jaga si innamora del guerriero Kascej e dovranno affrontare avventurose battaglie per difendere il loro amore dagli uomini e dagli dei che non volevano la loro unione.
C’era una volta Jaga è un racconto fantasy appassionante che descrive una storia d’amore, un’avventura fantastica immersa in un mondo ricco di simboli, animali fantastici e eroici personaggi affascinanti in cui raffigurarsi.
Jaga prima di divenire una strega è stata una donna che ha amato ed è stata amata e per scoprire la sua affascinante storia dobbiamo affidarci a Fefilia, un curioso animaletto dagli occhi rossi che conosce tutta la storia ed è pronto a farcelo scoprire.
L’autrice Marina Višneveckaja, scrittrice, sceneggiatrice e autrice televisiva, nasce a Charkow, all’epoca Ucraina russa nel 1955. Inizia nel 1972 a scrivere una serie di racconti umoristici, poi con gli anni inizia a scrivere poesie e racconti per ragazzi che cominciano a ricevere attenzione da parte della critica.
Nel 1991 inizia a scrive romanzi e in Russia ottiene successo con il suo libro Vedere un albero del 1997 e con Per tentativi del 2002, pubblicato poi dalla Di Renzo Editore nel 2021.
Nel 2004 pubblica C’era una volta Jaga che spopola tra i ragazzi russi e in alcune recensioni viene paragonato ad una lunga canzone d’amore. L’autrice riesce a dare una versione di due personaggi molto controversi della tradizione folkloristica russa come Baba Yaga e Kashchej e ne otteniamo una storia d’amore quasi terrena. Una parabola d’amore, sull’amore e sulla lotta per conquistarlo. Un duro insegnamento su quanto possa essere terribile perderlo.
Il libro sarà disponibile in tutte le librerie dai primi di dicembre e sarà presente anche alla fiera Più Libri, più liberi di Roma che si terrà dal 7 all’11 dicembre presso la Nuvola nel quartiere Eur.
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www.direnzo.it it prodotto cera-una-volta-jaga