Infatti proprio la sirena Parthenope diede il primo nome all’antica città di Napoli; primo insediamento dei greci nella metà del VII secolo a.C.
Il Castel dell’Ovo è uno dei monumenti che spiccano maggiormente nel celebre panorama del golfo di Napoli. Il luogo dove sorge il castello oggi è famoso e conosciuto come il Borgo Marinari. Luogo molto amato dai napoletani e non solo, soprattutto quando d’estate, la brezza marina fa attenuare il caldo e concede refrigerio, grazie alla presenza della baia dove si trovano locali e ristoranti tipici.
Il borgo Marinari è collegato alla terraferma da un ponte che lo lega al lungomare di Napoli in via Parthenope.
Ma bisogna fare un passo in dietro, prima della costruzione del Castel dell’Ovo, nel I secolo a.C. l’isolotto di Megaride venne legata alla terraferma grazie al patrizio Lucio Lucullo. Lucullo si rese conto delle e normi potenzialità del posto, acquistò un terreno molto vasto, proprio in quella striscia di terra circondato dal mare, e vi fece costruire la sua magnifica villa, nota come il Castrum Lucullanum.
Ripercorrere e raccontare tutta la storia di Castel dell’Ovo, non è semplice, proprio perché di tratta di un continuo trasformarsi del castello, assieme al susseguirsi degli eventi storici.
In principio dal V al X secolo, la villa di Lucullo, divenne un eremo per i monaci basiliani, che scappavano dalla Pannonia. I monaci adottarono la regola benedettina e idearono lo scriptorium, grazie soprattutto alle opere bibliotecarie lasciate in eredità da Lucullo.
Nel X secolo, i monaci dovettero abbandonare il castello dopo l’arrivo dei saraceni. I Duchi di Napoli trasformarono quindi l’ormai ex eremo in una fortezza destinata alla difesa del regno di Napoli.
Basti pensare che è stata fortezza dai Normanni, sino quasi all’unità d’Italia ,ove venne adibito ad avamposto militare.
Miti popolari, aneddoti e leggende si intrecciano nel raccontare la storia del Castel dell’Ovo, dalla sua fondazione sino ai giorni nostri.
Una di queste leggende riguarda il suo nome e il poeta Virgilio. La leggenda Medioevale, narra che il nome del castello derivi dal fatto che il poeta e mago Virgilio aveva nascosto nelle segrete dell’edificio un uovo magico, che aveva il potere di mantenere in piedi l’intera fortezza, nonché proteggere Parthenope.
La rottura dell’uovo magico avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche sciagure e catastrofi per la città di Napoli.
Durante il regno della regina Giovanna I nel XIV secolo, proprio il castello subì dei danni a causa del crollo di una parte di un arco sul quale è poggiato. Per evitare che tra la popolazione si scatenasse il panico, la regina dovette giurare di aver sostituito l’uovo.
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