Eni in campo per il Recovery Fund: le quattro aree di intervento indicate dal Gruppo e le stime sulla creazione di nuovi posti di lavoro nell'intervista all'AD Claudio Descalzi sul "Corriere della Sera".
Eni, l'AD Claudio Descalzi al "Corriere della Sera": Recovery Plan è per l'Italia, giochiamo tutti in un'unica squadra
"Il Recovery Plan è assimilabile a un piano strategico, e in pochi mesi abbiamo dovuto accelerare e allineare tanti progetti e tante tecnologie, selezionando soprattutto quelle mature, con un impatto reale sulla decarbonizzazione": in gioco è il futuro del Paese, il rilancio della competitività sui mercati esteri, la ripartenza economica. Eni non si tira indietro ed è pronta a fare la sua parte, come sottolinea l'AD Claudio Descalzi intervistato dal "Corriere della Sera". La chiave per la ripresa è la sostenibilità: "Ho indicato quattro aree. C'è una parte che riguarda la cattura di CO2, per dare continuità alle infrastrutture e salvaguardare l'economia e l'occupazione in Italia. Tra queste ci sono il sequestro di CO2 in giacimenti esauriti, la sua mineralizzazione, la biofissazione dalle microalghe e altre tecnologie mature. Inoltre c'è un'area sulla mobilità: Hvo-biodiesel e bio jet, alimentazione elettrica, a idrogeno e sostituzione del gas con biogas". E ancora: "Investiremo 350 milioni di euro, potenzialmente anche dal Recovery fund, per rifare in questo senso le stazioni di servizio. Infine ci sono la crescita delle rinnovabili su terreni nostri e di Cdp, una tecnologia sviluppata con il Politecnico di Torino per produrre energia dal moto ondoso e tutto il capitolo riguardante l'economia circolare". Investimenti "di miliardi" in queste quattro aree, come sottolinea l'AD Claudio Descalzi, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di 6,5 milioni di tonnellate l'anno: "E nei sei anni di sviluppo dei progetti, solo nell'indotto e nell'impatto indiretto, creeremmo fra 70 mila e 100 mila nuovi posti di lavoro all'anno".
Claudio Descalzi: idrogeno, raffinazione green ed economia circolare, siamo concentrati sul nostro piano energetico
"Questo è un piano per l'Italia e giochiamo tutti nella stessa squadra. Ne siamo consci e ne sentiamo la responsabilità": nonostante ci sia in gioco "un portafoglio da decine di miliardi", come osserva l'intervistatore, per Claudio Descalzi non si può parlare di "competizione" tra i player del settore, semplicemente perché "non c'è". Lo evidenzia l'AD di Eni nell'intervista al "Corriere della Sera": "Cerchiamo tutte le possibili sinergie perché il gioco di squadra ci porti all'obiettivo comune". E anche sul tema dell'idrogeno "c'è dialogo", come specifica l'AD: lo conferma anche la collaborazione con Enel, lanciata nei giorni scorsi, per lo sviluppo di due progetti finalizzati a generare idrogeno verde entro il 2022-2023, attraverso elettrolizzatori alimentati da energia rinnovabile. "Come Eni siamo concentrati sul nostro piano energetico e la questione idrogeno, per noi, è una delle componenti di tutto il processo di trasformazione. Oggi nel settore retail abbiamo nove milioni di clienti e contiamo di arrivare a venti: non siamo una pura utility, lavoriamo su tutta la catena industriale del valore: la chimica Eni sarà green, ma ci sarà sempre. La raffinazione sarà bio, ma resterà". Claudio Descalzi ha inoltre parlato dell'impegno sul fronte dell'economia circolare rimarcando come Eni sia "geneticamente" diversa anche rispetto ad altre compagnie Oil & Gas: "Detto questo, certo che mi sento spessissimo con tutti. E non ci sono divergenze".