Piazza del Plebiscito, non è una semplice piazza, ma la piazza dei napoletani, che ha visto Re, poeti e scrittori.
Tutte le grandi manifestazioni del passato e del presente partono da qui. Durante il carnevale i sovrani facevano posizionare qui l’albero della cuccagna, i carri per una delle feste più famose della città, la festa di Piedigrotta, partivano proprio da piazza del plebiscito, il concerto di fine anno viene svolto qui, ed ultimamente una delle opere dell’artista Jago “ Homless, Look Down”, è stata esposta qui in piazza.
Delimitata ai lati dal famoso colonnato, è chiusa lateralmente dal palazzo della Prefettura e da Palazzo Salerno, dal Palazzo Reale e dalla Chiesa di San Francesco di Paola. Ma c’è una curiosità, la piazza come la vediamo oggi, fu costruita durante il periodo napoleonico nell’ottocento prima esiste vasto slargo nel 1543 in conseguenza della costruzione all'epoca di un palazzo Vicereale voluto da Don Pedro de Toledo.
In fondo alla piazza su due lati, incontriamo le statue equestri di Carlo III di Borbone e Ferdinando I, opera dell’artista Antonio Canova. Passeggiando verso il centro della piazza e volgendo lo sguardo verso l’alto si potrà ammirare la Certosa di San Martino con accanto il castello dalla pianta stellare di Napoli Castel Sant’Elmo.
Ma non finisce mica qui, dalla piazza è possibile dirigersi verso il mare, e li proprio alla fine, c’è un piccolo belvedere dove in un solo colpo d’occhio si vedrà tutto l’incanto e la meraviglia di un paesaggio mozzafiato, l’azzurro e il profumo del mare i colori della città e il Vesuvio.
Non si può terminare questo breve racconto della Piazza, non nominando uno dei bar storici della città, il caffè Gambrinus, che entra a far parte della storia della piazza e di tutta la città, nell’ottocento, segnando con la sua nascita una parte importante della storia d’ Italia. Tempio della Belle Époque da qui sono passati personaggi storici come Gabriele D'Annunzio, che pare qui abbia scritto la poesia “A’ Vucchella”, Benedetto Croce, Matilde Serao, Eduardo Scarpetta, Totò e i De Filippo, Ernest Hemingway, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, e persino qualche membro di casa Savoia.
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