Cotechino, pearà e Chiaretto Spumante: è il tris del Ferragosto Veronese, l’iniziativa proposta dal Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino con il patrocinio dell’assessorato alle attività economiche e produttive e al commercio del Comune di Verona, in programma sabato 15 e domenica 16 agosto 2020 nei ristoranti e nelle osterie del capoluogo scaligero e della provincia. I veronesi e i turisti in visita alla città nel fine settimana ferragostano potranno gustare nei locali aderenti all’evento uno dei piatti tipici della più schietta tradizione scaligera accompagnato da un calice di Chiaretto di Bardolino in versione Spumante. Il tris verrà proposto sia come semplice aperitivo che come piatto più strutturato assieme al bollito, oppure all’interno di interi menù.
I ristoranti e le osterie che partecipano al Ferragosto Veronese sono una trentina, sia nel centro della città scaligera che fuori porta (l’elenco completo è disponibile sul sito consorziobardolino.it), mentre dieci sono le cantine produttrici di Chiaretto Spumante coinvolte nella manifestazione.
“Con il Ferragosto Veronese – spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino - intendiamo proseguire quella collaborazione con la ristorazione che abbiamo già intrapreso con successo da giugno con la rassegna degli aperitivi musicali di 100 Note in Rosa, che ha già ampiamente superato il giro di boa di metà cartellone e che sta portando il meglio della scena musicale veronese ad esibirsi nei plateatici dei locali cittadini, accompagnando il tutto con un calice di Chiaretto”.
Il cotechino accompagnato dalla pearà, una salsa bollente di origine medievale composta da pane raffermo, brodo di carne, midollo di bue e pepe nero (nel dialetto veronese pearà significa pepata), usualmente è proposto come piatto invernale, ma in realtà appartiene anche a un’antica tradizione ferragostana dell’area padana, che proprio il 15 agosto vedeva portare in tavola gli insaccati di muso di maiale (come ad esempio il cotechino, la bondiola, la salama da sugo) con intenti propiziatori in vista dell’imminente stagione di raccolto. Ad accompagnare la portata, oggi come allora, c’è il Chiaretto, indicato come tipicamente veronese già nell’edizione del Vocabolario della Crusca stampata a Verona nel 1806 e coordinata dal linguista veronese Antonio Cesari. Ufficio stampa
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