La maratona, oltre a essere una prestazione sportiva agonistica, è un’esperienza. Percorrere una maratona non significa solamente cercare di vincere, cercare di fare la performance della vita, cercare di fare il record personale. Percorrere una maratona significa anche sperimentare l’alimentazione pre-gara, preoccuparsi del tempo atmosferico, pensare all’abbigliamento adatto.
Di seguito alcune testimonianze tratte dal libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.”
Dario Santoro, Campione Italiano Maratona 2015: Purtroppo lo sport non mi dà da vivere (pag. 26)
Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? «Nella mia disciplina si incontrano diverse difficoltà come in ogni sport, che sono infortuni, momenti in cui le motivazioni vengono meno a causa di periodi dove i risultati non arrivano. Allora è lì che entra in azione la forza mentale dell’atleta e la caparbietà, che non ti fa mollare! Per esempio, in una maratona – distanza dove mi cimento da pochi anni – si incontrano criticità a livello fisico, che possono essere crampi muscolari, oppure crisi di fame o carenza di zuccheri; queste difficoltà non le ho ancora conosciute e spero di non conoscerle mai, tranne i crampi muscolari che ho avuto nella mia ultima maratona, con i quali ho dovuto convivere per ben 11 chilometri, che sono i chilometri più fondamentali della gara, cioè gli ultimi. Lì è scattata in me la forza mentale di non mollare, e cercare nello stesso tempo di rilassarmi e portare a termine le fatiche! Per questo dico che nella corsa il 70% della performance è frutto della forza mentale dell’atleta, della giusta e corretta alimentazione, e del proprio benessere fisico!».
Campione Italiano nonostante 11 chilometri con i crampi, ma Dario sa che sono tanti gli elementi del benessere e della performance, non solo talento e allenamenti fisici, ma anche affidarsi a un appropriato allenamento mentale e a un corretto stile di vita che comprenda un’alimentazione sana e idonea ad affrontare uno sport come la maratona.
Orlando Pizzolato, la gara della vita: vittoria alla Maratona di New York 1985 (pag. 34)
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? «Sia il mio allenatore, sia i miei compagni di allenamento e anche una psicologa».
Anche se si tratta di uno sport individuale e si è da soli in gara, dietro l’atleta c’è tutta una preparazione e dei professionisti che lavorano per te. È importante considerare i diversi aspetti che incidono sulla performance: i recuperi sono importantissimi come gli allenamenti duri e faticosi, così come fondamentali sono anche le indicazioni di un allenatore. A volte è importante anche affidarsi, per una consulenza o un ciclo di incontri, ad uno psicologo che utilizza una cassetta degli attrezzi cioè metodi e tecniche utili a seconda della fase della preparazione o l’aspetto da migliorare; inoltre sono importanti il nutrizionista o le persone care di riferimento, tutti lavorano per il benessere e la performance dell’atleta.
Francesco Fagnani: Maratona di Valencia, mi sono nutrito di amore, 2h34’41” (pag. 43)
Quali sono i fattori che hanno contribuito alla tua performance? «Sicuramente la determinazione e il sapermi rialzare dopo lunghi periodi di stop forzato per problematiche di salute, ma soprattutto il divertimento e la gioia che provo ogni volta che indosso le mie scarpe e gonfio i polmoni con un bel respiro per fare il primo passo all’inizio di un allenamento o gara».
Se c’è passione non esiste la fatica, è solo un’opportunità per sperimentare benessere. Il segreto è il primo passo, è partire e ripartire, il resto viene da sé.
Liberato Pellecchia: Maratona di Berlino PB 2h14’28”, esperienza fantastica, mi emoziono tuttora (pag. 62)
Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamento, pregara, gara, postgara? «Spesso negli allenamenti o nei momenti che mi prendo per me stesso visualizzo o immagino spesso le gare che preparo con l’idea: “se lo sogni lo puoi fare”».
Questo è un buon metodo, aiuta a sperimentare in anticipo le sensazioni di gara e comprendere se è fattibile, ti permette di andare in gara con più sicurezza come se l’avessi già provata altre volte, acquisisci più sicurezza. Le visualizzazioni fanno parte di un mio modello di intervento per il raggiungimento degli obiettivi e la peak performance, modello O.R.A.: obiettivi, risorse, autoefficacia, che è anche il titolo di un mio libro.
René Cuneaz, maratona 2h15’32”: Mi sento un dilettante abbastanza forte (pag. 69)
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? «Con la testa che ho, per cercare di migliorare, in questi anni ho speso parecchio tempo in tanti piccoli dettagli. Dai video durante la corsa per migliorare l’efficienza tecnica all’alimentazione per eliminare i dolori alla pancia ed al fegato durante le corse prolungate. Questi sono i fattori che ho curato maggiormente».
Per arrivare ai massimi livelli non bisogna trascurare nessun aspetto che può incidere sulla performance e sul benessere dell’atleta e bisogna fare attenzione al minimo dettaglio.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? «Quando facevo ancora sci di fondo avevo dovuto chiedere aiuto ad uno psicologo dello sport per tranquillizzarmi nei giorni precedenti alla gara. Dormivo male negli ultimi giorni ed arrivavo alla gara senza energie. Quindi per me può essere un ottimo aiuto per sconfiggere l’insicurezza pre gara e migliorare le sensazioni in gara».
Uno strumento in più per il benessere e la performance nello sport oltre all’allenatore, al massaggiatore, al nutrizionista, al medico dello sport.
Ernesto Venditti, la gara della vita: la Marathon des Sables e il Passatore (pag. 85)
Nella tua disciplina quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione? Cosa conta, quali qualità bisogna allenare? «Nella mia disciplina (corsa di lunghe distanze... per esempio 100 km e oltre) la testa e la motivazione sono la prima cosa. Ovviamente la costanza e l’alimentazione sono essenziali, non ultimo un allenatore che ti possa trasmettere rigore e regole da rispettare in maniera rigida con totale fiducia».
Dice bene Ernesto, la 100 km, o comunque distanze lunghe, è una disciplina a parte e richiede di considerare bene tanti aspetti che aiutano a gestire bene la gara e fare un’ottima performance. Tra i tanti fattori è fondamentale quello mentale, tale disciplina richiede allenamenti duri, impegnativi, faticosi; è importante l’alimentazione per non rischiare crolli e collassi, e diventa importante anche fidarsi e affidarsi a persone preparate e competenti.
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? «Le condizioni meteorologiche avverse hanno influenzato le performance, ma le gare che non ho concluso sono state quelle dove non ho portato rispetto alla disciplina! Poco allenamento e alimentazione sbagliata».
È vero, non si inventa niente, per fare certe imprese bisogna rispettare quello che si va a fare, quindi è importante documentarsi bene e preparare un piano di allenamento per poter raggiungere il proprio sogno.
Paolo Barnes, runner: La gara più bella? La prima volta che vinsi il Cromagnon (pag. 187)
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? «Alimentazione sana, vivere in un posto tranquillo, bere acqua buona e una vita senza eccessi hanno reso il nostro essere atleti una cosa quotidiana che non ci causa stress».
Lo sport rende sereni e felici, ti permette di avere un corretto stile di vita e di sperimentare benessere ed a volte anche performance se hai talento e se ci metti anche impegno e determinazione.
Juan Pablo Savonitti: La mia prima 100 km, da quel momento è diventata una droga (pag. 191)
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance? «Direi che in un 70% io e poi il restante 30% gli allenatori che ho avuto. Loro ti possono insegnare la tecnica, mostrarti gli errori e dirti che tipo di allenamento fare ma alla fine, secondo me, siamo sempre noi che contribuiamo in maggior misura».
Il benessere e la performance dipendono in maggior misura da noi stessi ma da soli non si va da nessuna parte, è importante circondarsi di persone competenti e professionali che ti aiutano.
Gustavo Jannini: La mia più grande conquista è la cima del Monte Aconcagua (pag. 232)
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? «Portare a termine gli obiettivi, le sensazioni sperimentate e la salute mentale che ne deriva. (Mission accomplished feeling and the mental health)».
Riuscire a conseguire i propri obiettivi, trasformare i sogni in realtà fa sperimentare tanto benessere e anche le sensazioni che si vivono facendo sport per lungo tempo, in condizioni climatiche anche estreme, dà un senso di riuscita, fa sentire vivi veramente e fa sperimentare performance e salute mentale che derivano da tutto ciò.
Ringrazio la casa editrice “Psiconline” per la fiducia e per il grande lavoro che richiede la pubblicazione e la distribuzione del libro.
Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
Ringrazio tutti gli atleti che hanno avuto la cortesia, la gentilezza e la disponibilità a raccontare le loro esperienze legate allo sport.
Ringrazio Massimo Pisetta (Scrittore, ultrarunner) per la sua gradita Prefazione e soprattutto per le sue parole di conclusione: “Bello, questo libro, dove l’ego dell’atleta diviene epicentro assoluto, intrigante ed esplicativo per un attento lettore, non oso immaginare cosa possa aver suscitato nell’autore, affermato e stimato psicologo.”
Ringrazio l’amica collega Rita Tancredi per la sua cortesia, generosità, gentilezza, disponibilità nel contribuire alle correzioni della bozza.
Dott. Matteo SIMONE380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Sito web: www.psicologiadellosport.net
Blog: http://ilsentieroalternativo.blogspot.it/
Libri: http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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