Anche Serenissima Ristorazione è coinvolta nelle sfide imposte dal Covid-19, a tutela del lavoro e del servizio di mensa in ambiente sanitario. Grazie ai passati investimenti in ricerca e nuove tecnologie, le risposte sono molteplici e rapide.
Serenissima Ristorazione: l'intervento del direttore della divisione-sanità
Metodologie di cottura delle pietanze a salvaguardia della massima sicurezza sotto il profilo igienico-sanitario, una "camera bianca" con un livello di sterilità e profilassi pari a quelli di una stanza operatoria ospedaliera. E ancora, oltre a questo, uno stock di 100 mila pasti da poter garantire nel servizio nell'eventualità di black out totale fino a una durata di tre giorni, una cucina ospedaliera predisposta in poche ore e investimenti in espansione nel comparto in controtendenza data la diffusa situazione di incertezza economica. Anche la ristorazione in ambito sanitario fa i conti con la pandemia di Covid-19 e tra le realtà in questo senso più impegnate c'è Serenissima Ristorazione. La società è infatti in prima linea, a partire dal proprio centro produttivo, quello principale, di Boara Pisani (Padova). A tal proposito interviene Carlo Garbin, direttore della divisione-sanità di Serenissima Ristorazione, commentando così l'imponente sforzo messo in piedi per gestire questo imprevisto. "È inevitabile che Serenissima si adegui alle esigenze di questo periodo: basti pensare che seguiamo ben 250 strutture sanitarie e socio-assistenziali, tra cui 120 ospedali, e che abbiamo metà dei 9.500 dipendenti dedicati a questo settore. L'emergenza Coronavirus, che pur ci sta chiedendo un importante sforzo, non ci ha tuttavia trovati impreparati".
Serenissima Ristorazione: l'esempio di Boara Pisani nel contrasto al Covid-19
Nel corso di questi ultimi anni, Serenissima Ristorazione ha infatti investito in modo determinante su ricerca e nuove tecnologie, anche in ottica di prevenzione qualora fossero occorse situazioni emergenziali come questa. In tale direzione è stato predisposto l'affinamento di metodi di cottura che garantiscono il massimo livello di profilassi igienico-sanitaria. A Boara Pisani, impianto dove è lavorato oltre un terzo dei 90 mila pasti predisposti per le strutture ospedaliere, è operativa da un paio di anni una "camera bianca" di 600 metri quadri, ovvero un'area adibita alla manipolazione del cibo con la stessa classificazione ambientale, la settima, di una sala operatoria. Al proprio interno è impiegato personale formato, che può accedervi solo con determinati dispositivi protettivi e seguendo specifiche regole igieniche, che in queste settimane è presente nei Covid Hospital del Nord Italia. Carlo Garbin, direttore della divisione-sanità di Serenissima Ristorazione, specifica che "non è stata necessaria alcuna formazione: i nostri lavoratori erano già pronti a operare con qualità altissima e con necessità di protezione molto elevate". Pur tuttavia, a causa dell'imprevisto pandemico è stata ripensata l'intera attività negli ospedali, anche a fronte di un calo del 75% nelle mense ospedaliere e dell'avvio di nuove strutture, come i Covid Hospital, necessitanti di lavorazioni particolari. Oltre a ciò, la società guidata da Mario Putin ha pensato anche ai dipendenti, ora impossibilitati a fruire di spazi collettivi come appunto le mense: per loro, è attivo il recapito diretto delle pietanze in reparto, racchiuse in confezioni termo-sigillate oppure da riscaldare in microonde.