Da oltre dieci anni l’Ecobonus, l’incentivo economico che consente di beneficiare di detrazioni fiscali per i lavori finalizzati a migliorare il risparmio energetico, è ormai considerato un provvedimento fondamentale a sostegno delle famiglie e del comparto produzione di infissi esterni, grazie al quale tante imprese sono riuscite a sopravvivere alla grave crisi che ha investito il settore edilizio negli ultimi anni.
Una misura per la quale è prevista una novità importante, ovvero l’inserimento in fattura. Il Decreto Crescita in vigore dal 1° maggio, infatti, prevede la possibilità da parte del produttore di serramenti di scontare direttamente in fattura al cliente il 50% della detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica. L’art 10 comma 3.1 recita: “Per gli interventi di efficienza energetica di cui al presente articolo, il soggetto avente diritto alle detrazioni può optare, in luogo dell’utilizzo diretto delle stesse, per un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, senza l’applicazione dei limiti di cui all’articolo 34 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e all’articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.”.
In sostanza, se il cliente sceglie di farsi scontare in fattura la detrazione del 50%, al produttore rimane la possibilità di vedersi rimborsare l’importo in 5 anni sotto forma di credito d’imposta a compensazione. Un provvedimento che ha fatto storcere il naso ai maggiori rappresentanti del sistema industriale italiano dei serramenti, tra cui Anfit, CNA, Confartigianato Legno e Arredo, che ne hanno subito evidenziato la sua inapplicabilità. Il motivo è semplice: si rischierebbe di indurre una domanda che non potrà essere soddisfatta.
Le aziende del comparto produzione infissi in legno e della serramentistica in generale hanno una capacità fiscale vulnerabile da non permettere di soddisfare tutte le richieste di sconto. In sostanza, applicando l’incentivo fiscale in fattura si andrebbe a sottrarre una parte consistente dei ricavi delle imprese mettendone a rischio la stessa sopravvivenza. Si considera che il mercato sostituzione serramenti (1,6 mld di euro) rappresenta la metà di quello complessivo serramenti del residenziale (2,9 mld).
In attesa della conversione in legge del Decreto Crescita, le associazioni di categoria chiedono al Governo un intervento tempestivo affinché venga rimossa questa misura, lasciando inalterata la detrazione in 10 annualità fiscali delle spese di acquisto e installazione di serramenti o la parziale cessione del credito a Fornitori o ad altri soggetti privati con la facoltà di successiva cessione, e per i contribuenti no tax anche a banche e intermediari finanziari.
Fonte notizia
www.infissimodesti.it