Le sigle rappresentative dell’autotrasporto nazionale si sono riunite nei giorni scorsi per chiedere al governo, attraverso una nota congiunta, misure urgenti per il rinnovo del parco circolante. La richiesta consiste nella conferma dell’investimento di 50 milioni destinato a rinnovare un parco mezzi che è il più vecchio d’Europa (età media 13,5 anni) di cui appena l’ 11,9% dei veicoli è dotato dei dispositivi di sicurezza frenata autonoma di emergenza e mantenimento della corsia, obbligatori dal 1° Novembre 2015.
Insomma, continuando così l’intero settore rischia di perdere ulteriore terreno nei confronti delle imprese del resto d’Europa dal punto di vista della sostenibilità, sicurezza e competitività. L’impressione generalizzata degli operatori del comparto è che tutto il trasporto su gomma non venga ancora considerato strategico per l’economia nazionale, nonostante un’altissima quota di Pil viaggi proprio sui camion.
In effetti, tutte le associazioni di categoria sono concordi nel giudicare gli interventi adottati negli ultimi 20 anni non solo inefficaci, ma addirittura peggiorativi delle condizioni economico-lavorative degli autotrasportatori, già alle prese con pressione fiscale e costi di gestione elevati, oltre a una burocrazia eccessivamente rigorosa e alla perdita di migliaia di posti di lavoro. Ma danni economici e fiscali li hanno subiti anche lo Stato, perdendo 105 milioni di euro di mancato gettito fiscale, e le case costruttrici con circa 1,5 miliardi di fatturato in meno.
L’auspicio del comparto della logistica e del trasporto bisarca è che la misura relativa al rinnovo degli investimenti del parco mezzi venga introdotta in via definitiva nella Legge di Stabilità 2019 che verrà sottoposta al voto del Parlamento in questi giorni.
Fonte notizia
www.autotrasportiprocacci.it