Caso Consip
Sul caso Consip la Romeo Gestioni e Alfredo Romeo, segnano un punto a loro favore dopo la sentenza emessa Giovedì 27 dalla Corte di Cassazione.
La Suprema Corte di Cassazione a sezioni unite, ha accolto il ricorso presentato dalla difesa del Gruppo Romeo contro la decisione del Riesame, che aveva dichiarato inammissibile l’appello in merito al divieto di contrarre rapporti con la Pubblica Amministrazione per un anno.
Quella della Consip è una vicenda complessa, e la sentenza emessa dalla Cassazione potrebbe avere effetti importanti sul processo per corruzione intentato nei confronti di Alfredo Romeo.
Ad accusare Alfredo Romeo è stato Marco Gasparri, il funzionario della centrale acquisti della pubblica amministrazione che ha raccontato di avere ricevuto da Alfredo Romeo 100.000 euro in tre anni e che ha patteggiato una pena a un anno e otto mesi.
Prove basate sul nulla
La figura di Marco Gasparri è di primo piano nella battaglia intrapresa dai legali difensori della Romeo Gestioni e di Alfredo Romeo, perché secondo il collegio difensivo, Marco Gasparri quando ha ricevuto tale somma, non era un pubblico ufficiale ma un privato cittadino e quindi non esiste il reato di corruzione.
Nel caso in cui venisse accolta la linea della difesa e riconosciuta la circostanza che Marco Gasparri non si poteva considerare un pubblico ufficiale, l’accusa di corruzione verrebbe a decadere.
A seguito della sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione, i legali difensori di Alfredo Romeo hanno espresso ampia soddisfazione – la Cassazione ancora una volta ha dato un segnale di raziocinio in una vicenda procedurale che fa acqua da tutte le parti, che ha procurato danni enormi alle persone e alle aziende del Gruppo Romeo.
I provvedimenti cautelari a carico di Alfredo Romeo e della Romeo Gestioni, erano immotivati, infondati, pretestuosi e ingiusti.
Fonte notizia
https www.alfredoromeo.net