INCHIESTA CONSIP ALFREDO ROMEO – IL DIRITTO DI CRONACA
Il diritto di cronaca, o diritto d’informare, consiste nel diritto a pubblicare quello che è collegato a fatti e avvenimenti considerati di interesse pubblico.
Ma nell’esercitare il diritto di cronaca, occorre avere un obiettivo: raggiungere un punto di equilibrio tra il diritto di cronaca e il diritto di ogni persona ad essere rispettata, nella sua dignità, nella sua identità, e nella sua intimità; ma in molti dei casi su Alfredo Romeo, il punto di equilibrio si è superato.
Ma se il bilanciamento tra diritto alla riservatezza e libertà di manifestazione del pensiero resta, dunque, affidato innanzitutto al giornalista e alla sua responsabile valutazione, la sua attività deve svolgersi nel rispetto di principi e diritti posti a tutela della riservatezza e della dignità della persona.
Quando si esercita una attività di informazione nel rispetto di quanto premesso, io non posso che essere d’accordo, ogni cittadino pensante non può che essere d’accordo.
Purtroppo spesso non è così nell’inchiesta Consip.
Denuncio il fatto che in un paese civile, non dovrebbe essere permessa la gogna mediatica nei confronti di nessuno, occorre dare una corretta informazione, ed evitare che un soggetto possa essere condannato dall’opinione pubblica, ancor prima di svolgere un regolare processo nelle aule del Tribunale e nei tre gradi di giudizio.
Non dimentichiamo che una persona è innocente fino a prova contraria.
Ma quando la notizia riguarda una persona come Alfredo Romeo, la gogna mediatica scatta di prassi, e si è sottoposti ad un linciaggio “senza se” e “senza ma”.
A Marzo 2017, scoppia il caso ed inizia l’inchiesta Consip
Quanta sofferenza e amarezza hanno procurato tutte le notizie spesso cucite e confezionate con abile maestria, solo per fare scoop, o aventi secondi fini?
Un caso che vede coinvolte persone, già con un giudizio di condanna dall’opinione pubblica, ancor prima di sapere se il loro coinvolgimento è giusto o ingiusto.
Di seguito si trascrive un articolo scritto dal – Il Messaggero il 10 Aprile 2018 -, un articolo scritto nel pieno rispetto del diritto di cronaca.
ARTICOLO IL MESSAGGERO
“Napoli, via al processo per Alfredo Romeo: primo scontro sugli ascolti
E’ la prima udienza di quella che si annuncia una lunga battaglia legale. Ieri mattina, il processo di Napoli è stato dedicato esclusivamente alla costituzione delle parti, prima del rinvio al 29 maggio, data entro la quale si suppone sarà noto l’orientamento della Cassazione su uno degli argomenti fondamentali per la difesa, ovvero l’utilizzabilità delle intercettazioni ambientali.
E’ stato dunque molto breve il primo atto del processo che si è aperto oggi davanti alla prima sezione del Tribunale di Napoli (presidente Francesco Pellecchia) nei confronti dell’imprenditore Alfredo Romeo e di un suo collaboratore, l’architetto Ivan Russo, imputati per presunti episodi di corruzione che non rientrano nell’ambito della vicenda Consip (su cui è competente l’autorità giudiziaria di Roma).
Tra i soggetti indicati come persone offese dai presunti reati, si sono costituiti parte civile il Comune di Napoli, una associazione di consumatori (Assoconsum) e l’associazione antimafia Paolo Borsellino (assenti in aula i legali dell’Azienda Cardarelli, del ministero della Giustizia e la Soprintendenza ai beni architettonici di Roma).
I legali del collegio di difesa – gli avvocati Alfredo Sorge, Giovanni Battista Vignola, Francesco Carotenuto e Domenico Laudadio – hanno chiesto un rinvio del processo, in attesa di conoscere le motivazioni che la Corte di Cassazione porrà alla base dell’ordinanza con cui annullò con rinvio, davanti a una diversa sezione del Tribunale di Riesame, gli arresti domiciliari disposti nei confronti di Romeo.
La Cassazione infatti si pronuncerà, tra l’altro, sulla questione della utilizzabilità delle intercettazioni con il sistema Trojan. Alla istanza dei difensori si sono opposti i pm Celeste Carrano e Francesco Raffaele, titolari dell’inchiesta insieme con il pm Henry John Woodcock.
I legali in una nota hanno manifestato soddisfazione per l’accoglimento della richiesta da parte del Tribunale. Conoscere gli argomenti della Suprema Corte è indispensabile per poter porre le questioni preliminari, hanno spiegato. «Non é possibile ragionevolmente iniziare il processo, non conoscendo, allo stato, quali saranno le “regole del gioco”», affermano nel comunicato diffuso dopo il rinvio del processo”.
Martedì 10 Aprile 2018
fonte: Il Messaggero.it
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Fonte notizia
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