Sembrano piccoli libri tascabili grandi quanto una barretta di cioccolato, con una grafica elegante e attenta alle ultime tendenze che li ha resi oggetti di design. Chiamarle “bustine di semi” è riduttivo: sono 24 mini volumi di una biblioteca dedicata a speciali piante ed ortaggi a cui basta un vaso sul balcone di casa per crescere. “Piccolo” è un progetto umanistico, perché coltivare diventa un’esperienza culturale da vivere e da raccontare. Sì, parliamo di orto, ma contemporaneo, mini, ricercato e di stile.
In un’epoca in cui la coltivazione di frutta e verdura sul balcone o sul terrazzo di casa rappresenta l’ultima frontiera dell’agricoltura urbana ed ecosostenibile, l’orto contemporaneo scopre una nuova dimensione grazie all’originale proposta di “Piccolo” un progetto italiano nato nel 2012 a Conegliano in provincia di Treviso dal desiderio di coltivare ortaggi in piccoli spazi di città. Uno shop-online unico in Italia che ha attirato clienti da tutto il mondo e l’attenzione di importanti realtà come il Mu.Se di Trento, Kristalia con cui si presenta al Salone del Mobile 2018 e il Triennale Design Museum, il primo museo del design italiano, che da aprile 2018 a gennaio 2019 all'interno della mostra "La storia e le storie del design italiano" curata da Chiara Alessi ospiterà un’installazione di coltivazione idroponica in collaborazione con Antonio Scarponi e Bulbo Light.
Ortaggi, frutti, ma anche fiori edibili ed erbe aromatiche, pensando ad un orto bello, semplice e utile. Le 24 varietà di semi di “Piccolo” sono state selezionate con il gusto della ricerca e della sperimentazione, riscoperte su vecchi cataloghi sementieri e appositamente pensate e testate per la crescita in vaso: compatte e nane, adatte a spazi ridotti come l’orto in balcone. Si va dal classico basilico genovese a carote, cetrioli, pomodori, melanzane, peperoncini, fragole tutti rigorosamente di qualità nana, ma anche ad assolute rarità come la leggendaria varietà di basilico americano “Mrs. Burns’ Lemon” e il pomodoro “Thai Pink Egg”, una particolare qualità thailandese che dà un frutto rosa dalla forma a uovo, uno dei pomodori più belli che si possa coltivare oggigiorno.
L’originalità di “Piccolo”, oltre alla particolare e accurata selezione dei semi, sta anche nelle bellissime e colorate confezioni, curate nei minimi dettagli e realizzate con materiali sostenibili e completamente riciclabili. Oggetti di design pensati come a dei libri in miniatura dove sono raccolte tutte le informazioni e i consigli utili per la coltivazione: dal periodo migliore per la semina, alle tempistiche di crescita, luce e acqua necessari. Ma anche storia e curiosità sulla pianta, proprietà medicinali, suggerimenti per originali ricette e cocktail. Una biblioteca di 24 mini volumi tutti da collezionare… e coltivare!
“Piccolo” nasce da un’idea di Soira Bazzo e Filippo Santarossa – classe 1981, ex studenti di Lingue Orientali e Filosofia – per l’esigenza pratica di soddisfare la richiesta di qualcosa che sul mercato non c’era. «“Piccolo” nasce da un’esperienza di vita – racconta Soira Bazzo – avevo due terrazzi spogli e mi venne l’idea di realizzare un piccolo orto. Ho iniziato ad informarmi sulle piante più adatte per la crescita in piccoli spazi e ho scoperto che in commercio non c’erano».
Dalla creazione di una piccola rete di appassionati coltivatori fino all’apertura dell’e-commerce il passo è stato breve, grazie anche ad un periodo di studio e ricerca alla Heritage Seed Library in Inghilterra, l’organizzazione che si occupa di preservare il patrimonio genetico di varietà orticole dimenticate, e la partecipazione a "Urban Green Train", percorso formativo internazionale dedicato all'agricoltura urbana finanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea.
Ricerca e cultura sono due parole chiave per raccontare la storia di “Piccolo”, un progetto umanistico che guarda all’orto contemporaneo in una nuova dimensione. Dalla proposta di semi di varietà antiche (“heirloom seeds”) italiane, americane ed inglesi - dei veri e propri gioielli del passato che nascondo storie tutte da scoprire - all’idea che coltivare sia un’esperienza culturale da vivere e da raccontare. Anche se in un piccolo vaso, coltivare una pianta riporta ad una dimensione più soggettiva e psicologica, non solo legata al piacere del frutto raccolto, ma soprattutto al piacere dell’esperienza.
Good things come in small packages!
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