Con il convegno organizzato al Museo dell’Olio e delle Tradizioni locali – Palazzo Baronale di Roccasecca dei Volsci (LT) - si è concluso l’ultimo progetto formativo annuale del CAPOL, co-finanziato dall’ARSIAL. Consegnati gli attestati ai 17 iscritti al nuovo corso di formazione completa sull’Itrana.
Necessità di disincentivare l’abbandono degli oliveti, sia per la naturale funzione di argine al dissesto idrogeologico che per le potenziali ricadute socio-economiche ancora inespresse insite nel settore. Possibilità per i piccoli olivicoltori di imbottigliare il proprio olio, invendibile diversamente, presso i frantoi attrezzati in tal senso. Rilevanza dell’analisi sensoriale ai fini della determinazione della qualità del prodotto finito.
È ciò che è emerso dal convegno “Valorizzazione e promozione dell’oliva cultivar Itrana” di sabato 16 Dicembre a Roccasecca dei Volsci, comune della provincia di Latina dal territorio particolarmente vocato all’olivicoltura, dove l’Amministrazione comunale intende organizzare nel 2018 un evento a tema capace di dare risalto anche agli spazi del seicentesco Palazzo Baronale che ospitano il Museo dell’Olio e delle Tradizioni locali, ove si è svolto il meeting.
Ne hanno parlato: Barbara Petroni (Sindaco Roccasecca dei Volsci); Luigi Centauri (Presidente CAPOL); Alberto Bono (Agronomo); Giulio Scatolini (Capo Panel C.O.I.). Poi la consegna degli attestati ai 17 partecipanti al nuovo corso di formazione sulla cultivar autoctona pontina Itrana, unicum dalla caratteristica duplice valenza nella triplice variante a due D.O.P.: D.O.P. Colline Pontine (olio extravergine di oliva), Oliva di Gaeta D.O.P. e Itrana bianca (olive da tavola).
Le due iniziative erano parte integrante dell’ultimo progetto promosso dal CAPOL (Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina), nell’ambito delle proprie attività formative annuali, e sono state organizzate con il patrocinio del Comune di Roccasecca dei Volsci (LT) e dell’ASPOL (Associazione Provinciale Produttori Olivicoli di Latina), col co-finanziamento dall’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell'Agricoltura del Lazio).