Buongiorno Giancarlo Restivo, è un piacere averti qui con noi. La tua saga "Il Destino nelle Sue Mani" ha riscontrato un grande successo, sia come romanzo, che come racconto e opera teatrale. Come ti è venuta l'idea di creare un'opera così poliedrica?
Giancarlo Restivo: Buongiorno, grazie per avermi invitato. L'idea della trilogia "Il Destino nelle Sue Mani" è nata dal desiderio di esplorare la natura umana e il suo rapporto con la spiritualità in diversi modi. Volevo creare una narrazione che non fosse solo una storia avvincente, ma che potesse essere approfondita da prospettive diverse – dal romanzo che cattura l'immaginazione, al racconto che permette un'introspezione più intima, fino all'opera teatrale che coinvolge emotivamente sia gli attori che il pubblico. Volevo che ognuno di questi formati esplorasse la lotta tra il bene e il male, la complessità dell'animo umano e il confronto tra la spiritualità e il cinismo moderno.
Il tuo libro affronta temi profondi come l'esperienza cristiana, la lotta tra il bene e il male e il libero arbitrio. Qual è stata la tua ispirazione principale?
Giancarlo Restivo: La mia ispirazione principale è venuta dalla mia riflessione personale sulla vita, sulle sfide che affrontiamo quotidianamente e sul nostro rapporto con il divino. Ho sempre avuto una forte connessione con la spiritualità e una curiosità verso la teologia escatologica, specialmente riguardo al destino dell'umanità. Ho voluto rappresentare Cristo per ciò che è, non certo come una figura storica o religiosa, ma come una persona viva che agisce nella storia, unendo le persone e sfidando il cinismo del nostro tempo. Questo mi ha permesso di creare personaggi e situazioni che potessero rappresentare la complessità del libero arbitrio e la lotta tra il bene e il male in un modo attuale e significativo.
Il tuo libro è stato riconosciuto come Opera con Attestazione di Merito al Premio Internazionale "Michelangelo Buonarroti". Quanto significa per te questo riconoscimento?
Giancarlo Restivo: È un onore incredibile, senza dubbio. Sapere che la mia opera ha avuto un impatto su così tante persone e che è stata apprezzata per la sua profondità e complessità è davvero gratificante. Il Premio Internazionale "Michelangelo Buonarroti" è un riconoscimento di grande prestigio, e veder riconosciuto il mio lavoro mi ha dato la conferma che le tematiche che affronto – spiritualità, bene e male, la lotta tra Cristo e le forze oscure – sono rilevanti e toccano corde profonde nell'animo delle persone.
Il concetto del libero arbitrio è molto presente nella tua trilogia. Come hai deciso di affrontare questo tema così complesso?
Giancarlo Restivo: Credo che il libero arbitrio sia uno dei più grandi doni che l'umanità abbia ricevuto, ma anche una delle più grandi responsabilità. Nel libro, ho voluto rappresentare il libero arbitrio attraverso i personaggi di San Michele e Lucifero, che incarnano rispettivamente la scelta del bene e del male. Volevo che i lettori capissero che ogni persona è costantemente posta di fronte a delle scelte, e che queste scelte definiscono non solo il nostro destino personale, ma anche quello della comunità di cui facciamo parte. La lotta tra bene e male non è solo esterna però, è soprattutto una lotta interiore, e ho voluto mostrare come il destino di ognuno sia realmente nelle Sue mani.
Il romanzo pone anche una grande enfasi sulla figura di Cristo come modello universale di bontà e unità. Come hai sviluppato questo aspetto?
Giancarlo Restivo: Volevo dire di Cristo non solo come un modello morale, ma come una presenza viva e attuale, capace di unire le persone al di là delle differenze culturali e sociali. La sua verità è un esempio universale che supera le barriere del tempo e dello spazio. Nel libro, le sue "apparizioni" hanno un effetto unificante sui personaggi, creando un senso di comunità che va oltre la semplice condivisione di valori religiosi. In un mondo spesso frammentato e diviso, ho voluto rappresentare l'unità come una possibile realtà, incarnata nella figura di Cristo e nella sua capacità di amare ogni individuo in modo incondizionato.
Il titolo "Il Destino nelle Sue Mani" ha un significato particolare. Cosa volevi comunicare con questo titolo?
Giancarlo Restivo: Il titolo rappresenta l'idea che ognuno di noi ha il proprio destino sì, nelle proprie mani, ma anche che il destino dell'umanità è nelle mani di qualcosa di più grande, che ci supera. Il "sue" del titolo è volutamente ambiguo: si riferisce sia a noi come individui, sia a Cristo, a Dio. Volevo far emergere il senso di responsabilità personale che ognuno ha nelle proprie scelte, ma allo stesso tempo ricordare che c'è una presenza divina che ci guida e ci sostiene. Questa doppia lettura del titolo rispecchia la tensione costante tra libero arbitrio e provvidenza divina, un tema che attraversa tutta la saga.
Hai vinto anche il Sanremo Music Award alla carriera come cantautore e sei attivo nel mondo dell'arte visiva. Quanto le altre tue espressioni artistiche influenzano la tua scrittura?
Giancarlo Restivo: Le mie esperienze nella musica e nelle arti visive influenzano profondamente la mia scrittura. Quando scrivo, cerco di evocare immagini potenti, quasi come se il lettore potesse "vedere" la scena che descrivo. La musica, invece, mi aiuta a dare ritmo e armonia alle parole, a creare un flusso che possa trasportare il lettore all'interno della storia. Credo che tutte le forme d'arte siano interconnesse, e per me è stato naturale far convergere queste espressioni diverse nella mia scrittura. La narrazione di "Il Destino nelle Sue Mani" è molto visiva e ha una sua musicalità che deriva proprio da questo approccio integrato all'arte.
Grazie mille per il tuo tempo, Giancarlo. Hai qualche messaggio finale per i lettori che si avvicinano alla tua saga?
Giancarlo Restivo: Vorrei dire ai lettori di affrontare la trilogia con mente aperta e cuore aperto. Spero che possano trovare nelle pagine di questa saga qualcosa che li ispiri, che li faccia riflettere sulla propria vita e sulle proprie scelte. Ognuno di noi ha il proprio destino, e spero che la mia opera possa essere un invito a scegliere il bene, a vivere con compassione e a non avere paura di affrontare le grandi domande dell'esistenza. Grazie a voi per l'attenzione e per il supporto.