Con la festa della mamma alle porte e la festa dei lavoratori alle spalle mi sono soffermata a riflettere sull’equilibrio instabile tra mamma e lavoro. Sono migliaia le donne che rinunciano alle proprie aspirazioni professionali per assolvere ai doveri della maternità, eppure questo sacrificio sembra invisibile agli occhi della nostra società. Dunque la situazione è contraddittoria, perché è stata istituita una festa civile per celebrare il valore sociale delle madri, ma concretamente le manca ogni forma di supporto e tutela.
A giustificare il nulla assoluto che circonda le madri è stato elaborato ad hoc il falso mito del sacrificio che la psicoterapeuta Stefania Andreoli, di cui riporto le parole, descrive perfettamente insieme alla condizione delle madri di oggi impegnate costantemente in una sorta di lotta per la sopravvivenza tra sensi di colpa e aspirazioni personali:
“Da quando si diventa madri, sembra sottinteso che l’unica ragione accettabile per qualunque decisione quotidiana e di vita sia “lo faccio per mio figlio”. “Lo faccio per me” è una frase che suona egoista, indegna per una madre. Le ragioni sono storiche, culturali, legate ai falsi miti del sacrificio e dell’amore incondizionato e a una distorta interpretazione del famoso istinto materno. La pressione è forte: a lasciare il lavoro; a trascurare interessi, amicizie e il rapporto di coppia; a sentirsi in colpa per un paio d’ore dal parrucchiere “che sottraggono tempo alla famiglia”. Insomma, a dire addio a una parte di sé”.
Quello che viene chiesto alle madri è un sacrificio inutile, perché basterebbe spostare lo sguardo su altre società per scoprire che ci sono dei modelli e degli strumenti fondamentali a sostegno delle madri, dei padri e dunque della famiglia.
Essere mamma a tempo pieno
Diventando madre sono stata costretta a lasciare il lavoro da impiegata e nonostante siano trascorsi quasi tre anni non sono più riuscita ad inserirmi nel mondo del lavoro e ora con il secondo bambino in arrivo e senza aiuti è davvero impensabile pensare di cercare un’occupazione.Questa condizione è stata molto difficile da digerire e tutt’oggi quando mi chiedono di cosa mi occupo ho sempre qualche attimo di imbarazzo, poi con tono fiero per mascherare in qualche modo il mio disagio, rispondo che svolgo il lavoro più complesso del mondo: sono una mamma a tempo pieno. Puntualmente, tra un sorriso e un’espressione quasi di commiserazione, mi sento dire: “Ah non lavori” a volte anche con l’aggiunta di un “beata te, oggi è un privilegio poter restare a casa a badare ai propri figli”.
Sorrido e annuisco, tenendo la bocca serrata per impedire a qualche parola fuori posto di uscire, infondo non è colpa della persona di turno se si ha questa visione distorta della maternità e della casalinga; sono secoli che si trasmette l’immagine della mamma devota alla famiglia e ai figli, non che non sia più così, ma l’errore sta... continua a leggere sul blog di mamma che avventura e lascia un commento per condividere la tua opinione
Fonte notizia
mammacheavventura.it festa-della-mamma-la-sfida-invisibile-delle-mamme-a-tempo-pieno-nel-nostro-paese