Il nuovo libro di Mimmo Parisi, ambientato nel mondo del rock e pubblicato il 15 dicembre 2022, assicura colpi di scena fino all’ultima pagina. Il romanzo che, si chiama Il quinto Van Halen (LINEA-R, pag. 199), nasce inseguendo leggende, voci che circolano nelle periferie musicali di Los Angeles.
Sono notizie frammentarie, che girano in qualche bar che ha resistito all’insulto del tempo che passa, e alle tasse sempre più difficili da pagare. Comunque, se si ha l’attenzione adatta, si può guadagnare qualche informazione sulla band di Running With the Devil. Insomma, qualche frase biascicata da chi perde i suoi minuti tra un bicchiere di bourbon e la speranza di vincere affidando i suoi dollari alle macchinette variopinte che hanno scrostato il muro a forza di spintoni di giocatori ubriachi, circola da sempre intorno al successo mondiale dei Van Halen. È in quegli ambienti che l’autore ha raccolto le basi per scrivere il romanzo.
Il successo
Non che la loro avventura sia stata facile. A giochi fatti sarebbe semplicistico commentare, “Ah, ce l’avrebbero fatta comunque, erano tutti bravi…”. Non è così. Le strade del successo – escluso qualche raro caso – di solito sono in salita. E, secondo la tesi del romanzo, Il quinto Van Halen, a spingere la macchina della band nella faticosa salita – per l’appunto – contribuì anche un musicista scomparso un attimo prima che i Van Halen diventassero un fenomeno musicale.
Ovviamente niente da eccepire sul loro talento. E anche sul loro innovativo modo di porsi. Quando nel 1978 fecero parlare di loro a livello mondiale, successero molte cose. Con certezza, si può dire, che il gruppo sconvolse il panorama del rock internazionale. Il cantante David Lee Roth elevò le performance artistiche dei cantanti metal. Che dire del chitarrista? Eddie Van Halen è conosciuto ormai da chiunque per l’uso intensivo del tapping a due mani, i vari hammer-on, pull-off ed effetti che imitavano i suoni di macchine e animali. Eddie ha chiarito ciò che una chitarra elettrica poteva realizzare. Con Alex van Halen, Michael Anthony e – più tardi – Sammy Hagar e Gary Cherone, questi musicisti hanno dato lustro al concetto di heavy metal. Negli anni ‘80 hanno plasmato il futuro del genere.
La figura assente
Nell’elaborazione stilistica di una forma di rock che ha brillato in maniera inattesa, la figura di Steve Farrell ha avuto un’importanza unica. E misconosciuta. Infatti, nella narrazione è lui il personaggio che darà fuoco alle polveri. Ma lui non ci sarà: quando tutto il mondo ascolterà Jump, Steve sarà lontano; in un posto che il romanzo non manca di descrivere con accortezza.
Fonte notizia
www.mondadoristore.it Il-quinto-Van-Halen-Mimmo-Parisi eai979122143380