Quando facciamo un acquisto, spesso - presi dalla frenesia di mettere subito le mani sull’oggetto o prodotto acquistato - tolleriamo ben poco la presenza del packaging che lo avvolge. Complice il pur positivo trend di maggiore attenzione all’ambiente, lo consideriamo qualcosa di superfluo, che viene prodotto con materie prime ed energia senza che ci sia una reale necessità, o ancora come qualcosa che può finire disperso nell’ambiente con tutti i rischi connessi.
In questo articolo cercheremo di fare un bilancio equilibrato della questione soppesando aspetti negativi e positivi.
Packaging pro e contro
Il packaging in tutte le sue forme e materiali tende ad essere visto in cattiva luce per via di una sempre maggiore consapevolezza ambientale da parte delle persone. In particolare, agli imballaggi vengono rivolte tre accuse fondamentali.
- La prima è quella di essere superfluo: per impacchettare prodotti e oggetti viene usata una quantità sproporzionata di materiali, con i relativi costi energetici e materiali.
- La seconda è quella di utilizzare materiali inquinanti, principalmente la plastica.
- La terza è quella di contribuire all’inquinamento dell’ambiente.
La realtà è però ben diversa da quelle che sono le accuse.
Per prima cosa, l’industria stessa del packaging ha interesse da un lato a ridurre gli sprechi: garantire uno stesso livello di protezione a parità di packaging utilizzato significa meno materia prima prima ed energia sprecata da parte dei produttori.
Come secondo punto, i produttori di imballaggi costituiscono la punta di lancia nella ricerca di materiali sostenibili e promuove attivamente la ricerca di materiali alternativi come ad esempio le bioplastiche o il recupero di quelli già utilizzati.
Quanto alla questione della dispersione nell’ambiente la responsabilità di una corretta gestione dei rifiuti fa capo al buon senso dei cittadini e alle amministrazioni locali.
I benefici degli imballaggi
Gli imballaggi giocano in realtà un ruolo davvero fondamentale nella vita di tutti i giorni perché permettono di conservare e distribuire tutta una serie di prodotti e oggetti pressoché nelle stesse condizioni con cui escono dalla fabbrica.
Si pensi ad esempio all’elettronica: a smartphone, computer, schermi etc. Si tratta di dispositivi talmente complessi e relativamente fragili che sarebbe praticamente impossibile spostare senza una forma di protezione di qualche tipo.
E se questo sembra un esempio triviale si pensi allora al cibo: se non fosse correttamente imballato non sarebbe possibile trasportarlo in modo che non si rovinasse e non ne risultasse compromessa l’edibilità. E per questo servono dei materiali specifici come la plastica, che con tutti i suoi limiti ambientali è tuttavia difficilmente sostituibile per le sue capacità di conservare gli alimenti in un ambiente incontaminato.
Se uno potrebbe sostenere che in fondo che l’aroma del caffè non è così importante se il prezzo da pagare è l’utilizzo della plastica, allora che dire di tutti quei prodotti medicali e farmaci che necessitano di essere conservati in condizioni di massimo igiene fino al momento dell’assunzione?
Inoltre, fatto da non sottovalutare, il comparto del packaging occupa un gran numero di persone nel mondo come in Italia. Ad esempio, l’industria degli imballaggi a Torino, Emilia-Romagna e nell’hinterland milanese è particolarmente fiorente.
È proprio il caso di dirlo: se l’abuso va sicuramente condannato, in realtà gli imballaggi presentano dei benefici a cui difficilmente possiamo rinunciare.