In Italia ITC e digitale continuano a crescere, ma la sfida è ancora agli inizi. A spiegarlo è Davide D’Arcangelo in occasione della presentazione dell’ultimo Assintel Report.
Davide D’Arcangelo: “Italia attrattiva sul fronte ICT ma serve politica industriale”
Con l’avvento della pandemia l’Italia ha conosciuto una forte accelerazione sul digitale. È quanto emerge dall’Assintel Report 2022, secondo cui nell’ultimo anno il comparto italiano dell’ITC è cresciuto del 5,4% raggiungendo quota 36 miliardi di euro. Ma la strada da percorrere è ancora lunga e soprattutto irta di ostacoli. A dirlo è Davide D’Arcangelo, Co-Founder di Next4 e Vice Presidente di Impatta. Lo scorso 19 ottobre l’esperto di innovazione ha preso parte all’evento di presentazione del Report dell’Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali tenutosi contemporaneamente a Roma e Milano. “Nei prossimi tre anni l’Italia sarà il miglior mercato digitale d’Europa, da questo punto di vista siamo molto attrattivi – ha spiegato Davide D’Arcangelo dal palco – ma è necessario che anche la Pubblica Amministrazione diventi sempre più user friendly, digital ed efficiente. In Italia tuttavia non si sente più parlare di politica industriale, che oggi significa fare politica digitale. Un Paese che non innova è destinato a non essere più competitivo”.
Davide D’Arcangelo: il punto sulla digitalizzazione della PA
Il monito di Davide D’Arcangelo prende spunto dai dati di una recente ricerca promossa da Fondazione Italia Digitale, di cui il manager è Responsabile Sviluppo, e condotta dall’Istituto Piepoli. “Negli ultimi due anni le persone in età avanzata hanno utilizzato tantissimo i social network, quasi il 67%, mentre il 35% della popolazione ha utilizzato in maniera massiva le chat – ha ricordato l’esperto – Solo il 13% ha utilizzato piattaforme di video conferenze come Zoom e l’11% strumenti come podcast. È vero che c’è stata una spinta al digitale, ma non è stato sempre un buon digitale: ad esempio i giovani hanno utilizzato pochissimo i servizi della PA. Vuol dire che durante la pandemia ci si è rifugiati in una zona di comfort ma questa digitalizzazione non è stata profonda, consapevole e diffusa come immaginavamo”. Il digitale in Italia è arrivato, ma per una vera transizione è necessaria una PA in grado di accompagnare il Paese. Ambiti come il Gov-Tech e il Public Innovation Management quelli su cui puntare, secondo Davide D’Arcangelo: “Dopo aver speso le risorse del PNRR per le infrastrutture, anche digitali, ci sarà bisogno di un grande sforzo per la manutenzione e soprattutto una Pubblica Amministrazione capace di utilizzarle. Un altro passaggio fondamentale – ha aggiunto – è creare una filiera di nuove aziende italiane campioni nel digitale e promuoverne l’export”.
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