Nell’editoriale pubblicato sul quotidiano “La Discussione”, Giampiero Catone interviene sulla situazione del mondo del lavoro in Italia, approfondendo alcuni dei principali problemi.
Giampiero Catone sul paradosso degli autonomi
In Italia ci sono circa 5 milioni di lavoratori autonomi, una cifra che fa guadagnare alla nostra Penisola il titolo di Paese europeo con il più alto numero di occupati in proprio. Molti di questi sono giovani. Su “4 milioni di occupati tra i 25 e i 34 anni, il 16,3% svolge un lavoro autonomo contro una media UE del 9,4%”. Il dato che più lascia perplessi, secondo Giampiero Catone, è che il 72% dei lavoratori autonomi non ha né dipendenti, né collaboratori, con il 14% di autonomi che ha un solo cliente committente. Questo significa che il desiderio di autonomia si trasforma in “una dipendenza vera e propria”. Invece di essere professionisti che gestiscono il lavoro con grande soddisfazione, sia sotto l’aspetto del tempo che delle finanze, sono persone che in una buona percentuale di casi “attuerebbe un percorso inverso”.
Giampiero Catone: la fuga del personale specializzato
L’insoddisfazione non riguarda solo chi lavora in proprio, ma si estende anche ai dipendenti e a ogni tipo di personale specializzato. Medici, ingegneri, infermieri e tecnici di ogni genere fuggono verso altri Paesi dove sentono che il loro lavoro viene più apprezzato, ovvero pagato meglio. Giampiero Catone cita una considerazione fatta dal professor Vincenzo Ferrante, ordinario di diritto del lavoro all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il quale non ha dubbi nell’affermare che ciò che influenza maggiormente la cosiddetta “fuga di cervelli” è “la questione retributiva”. “I salari – spiega – restano nel complesso di livello molto modesto e finiscono così per spingere una parte importante della manodopera più professionalizzata e più dinamica verso altri Paesi”. Ecco quindi che c’è bisogno di “riforme vere e coraggiose, […] modellate alle nostre necessità con un sistema che offra maggiori tutele e anche una fiscalità sul lavoro diversa, che incentivi chi fa e produce, che sia autonomo, dipendente o impresa”.