In un mondo sempre più digitale, le modalità di vendita e promozionali sono in continuo mutamento. Con l’avvento della pandemia, moltissimi imprenditori ed esercenti hanno dovuto reinventare la propria modalità operativa e gestionale per cercare di rimanere a galla e mantenere la propria clientela, costretta in casa per la maggior parte del tempo.
L’inaspettata escalation del canale online e l’arrivo di utenti che, fino a qualche mese prima, non avrebbero scommesso un centesimo sugli acquisti a distanza ha obbligato anche il digital marketing ad allungare il passo per anticipare le future tendenze e capire come adeguarsi.
Pur senza più pandemie alle porte, è previsto un altro scossone in vista di un cambio di policy da parte di Google in merito ai dati acquisiti in fase di navigazione. Entro il terzo trimestre del 2023, infatti, il diffusissimo browser Chrome non supporterà più cookie di terze parti, obbligando quindi al cambio di strategia le numerose imprese che avevano affidato al digital advertising la promozione di prodotti e servizi.
Guardando in avanti, una delle future mosse su cui fare affidamento è una strategia di marketing automation. Affidarsi dunque a sistemi di automazione che incrementino l’efficienza dei processi ripetitivi, senza però dimenticare l’aspetto della creatività. Una strategia che riunisce sotto di sé diverse attività di marketing, che spesso sono gestite da diversi team, che finiscono per non condividere e integrare i risultati a cui sono pervenuti, con una conseguente dispersione di quanto raccolto ed elaborato.
Un’ottimizzazione che la marketing automation è invece in grado di garantire, con l’obiettivo di raggiungere una selezionata fetta di utenti alla quale rivolgere messaggi personalizzati e nel momento più opportuno.
Per coloro che invece non intendono investire risorse in un software così articolato, rimane vincente la strategia dell’influencer marketing, che funziona peraltro a più livelli, dall’internazionale al locale. Secondo i dati del 2021, in media sono stati spesi 689 minuti al mese su Facebook, 366 su Instagram e 338 su TikTok. Dati confortanti per le aziende intenzionate a perseguire questa strategia promozionale, che ha anche il vantaggio di essere profilabile in base all’età del proprio target, scegliendo su quale social network puntare.
C’è però a chi manca il tocco umano, e per questo le aziende dovrebbero lanciare uno sguardo anche a tecniche capaci di riunire canale fisico e online: il phygital marketing. Proprio dalla contrazione delle due parole inglesi, “physical” e “digital”, nasce il neologismo emblematico della natura di questa strategia, che si propone come maggiormente interattiva e coinvolgente per il cliente.
Una modalità che vedrà la sua massima efficacia con l’impiego di realtà aumentata e realtà virtuale, che aiuteranno l’utente a percepire l’esperienza come più immersiva: visualizzando un oggetto di arredo all’interno del proprio salotto di casa grazie all’AR o calandosi all’interno di un negozio virtuale con un visore VR, con la possibilità di interazioni e percezioni alla stregua di quelle in carne e ossa.