Una grande opportunità o un rischio da scongiurare? Un pericolo per tante professioni e per l’arte oppure una nuova tecnologia a servizio del genio? Gli esperti si dividono sull’impatto che l’IA avrà sulla creatività.
Un assaggio di quanto divisiva e potenzialmente esplosiva potesse essere l’influenza dell’Intelligenza Artificiale sul mondo della creatività c’era stato con le proteste degli sceneggiatori ad Hollywood. Il mondo dell’intrattenimento era sceso in piazza per chiedere tutele dei professionisti, delle opere intellettuali e soprattutto per esigere un utilizzo etico e responsabile dell’IA.
Un impatto incredibile, insomma, sul mondo della creatività, che tocca settori diversi: dal cinema all’arte, dalla letteratura alle serie tv. Un dilemma epocale che ha solo iniziato a dividere.
Un rischio o un’opportunità?
In molti si sono chiesti se l’Intelligenza Artificiale sia in grado di soppiantare l’uomo. Come si legge su questo sito, l’AI sta espandendo il proprio campo d’azione e viene utilizzata già per personalizzare l’esperienza utente, per comunicare, per rendere coinvolgente l’esperienza online. Eppure, l’IA si sta diffondendo anche nei processi creativi, con grande opportunità, ma anche con notevoli rischi per il mondo del lavoro.
Proviamo però a capire il suo funzionamento senza prendere posizione. In che modo l’IA è uno strumento creativo? L’IA generativa crea e applica algoritmi per plasmare contenuti, creare e migliorare le immagini oppure scrivere storie a partire da un input. Un esempio di tutto questo? La realizzazione di una sedia, nel 2019, da parte del famoso designer Philippe Starck, che grazie alla collaborazione con Autodesk e Kartell ha dato vita a quello che lui stesso ha definito come “un nuovo linguaggio, un nuovo tipo di scambio”, in grado di rivoluzionare la fase di progettazione e anche quello di realizzazione.
L’IA generativa nell’arte
E tutto questo nell’arte che impatto può avere? Spariranno gli artisti? Oppure troveranno una nuova tecnologia a supporto del loro genio? La redazione di Artribune lo ha chiesto ad alcuni esperti del settore, come ad esempio all’artista Roberto Fassone, che ha spiegato: “La convivenza tra creatività artistica e AI può essere vista sia come un’opportunità che come un rischio, a seconda di come viene utilizzata e interpretata”. L’artista ha poi fatto un esempio, spiegando come oggi si possa creare in pochi secondi un’immagine di “un castello di sabbia costruito con le spiagge di Honolulu, Bonassola, Senigallia, Gallipoli, Coney Island e la Normandia e compattato con le acque dell’Oceano Pacifico, Indiano, Artico e Atlantico”. Allo stesso modo, continua, c’è il rischio che l’Intelligenza Artificiale possa rappresentare un rischio, trasformandosi in un “orrendo mostro mutaforme divoratore di tutti i nostri sogni e le nostre speranze”.
Per adesso abbiamo solo visto un assaggio delle potenzialità del linguaggio generativo di ChatGPT, oppure delle immagini generate da Midjourney. Potenzialità che vanno di pari passo al rischio di un’omologazione culturale, dell’appiattimento e della standardizzazione dei canoni estetici, della perdita di posti di lavoro. Un conflitto epocale, una rivoluzione che lascia dubbi, prospettive, speranze, paure. Un momento di passaggio fondamentale nel progresso dell’essere umano.