Edoardo Taddei è un giovane talentuoso chitarrista romano che ha da pochissimo pubblicato il suo secondo disco, Timeglass: un lavoro totalmente strumentale, come il primo, che si può permettere solo chi con la chitarra riesce a destreggiarsi su percorsi sonori mai banali ed estremamente virtuosi.
Endorser per Ibanez ed insegnante al Modern Music Institute International, Edoardo ci ha parlato di lui e del suo nuovo disco: un percorso astratto attraverso il tempo che scorre, descritto dalle note della sua chitarra.
Intervista ad Edoardo Taddei
Inizi ad esibirti live con il tuo gruppo nel 2017 ma immagino tu ti sia avvicinato alla musica molto prima: come è nata questa passione?
Praticamente nel 2017 ho iniziato a suonare con il mio gruppo solista, con cui ho fatto anche il primo EP, Nemesi, oltre a questo. In realtà è da molto prima perché ho iniziato a suonare: a circa 6 anni. All’inizio ho imparato da solo, poi verso i 12-13 anni ho iniziato a farlo con un pubblico.
Perché hai scelto la chitarra?
Mio padre colleziona dischi, quindi la musica in casa c’è sempre stata, però la scelta della chitarra è stata solo mia, infatti nessun altro in famiglia suona uno strumento. Prima ho ovviamente iniziato con l’ascolto, e poi mi sono incuriosito guardando una vecchia VHS di un concerto dei Metallica: e quella è stata la scintilla. Da lì in poi la mia guida musicale è stata sempre James Hatfield, per cui la chitarra è arrivata così. Anche se poi nella mia musica mi sono anche distaccato da quel genere, i Metallica sono rimasti il mio gruppo preferito. Poi purtroppo non ho mai imparato a cantare come invece fa Hatfield, però lui è rimasto il mio modello.