Un cuoco aretino al campionato del mondo di cous cous. Chef Shady Hasbun è stato invitato per gareggiare alla venticinquesima edizione del “Cous Cous Fest” che, ospitato dalla siciliana San Vito Lo Capo, proporrà una competizione internazionale dedicata a questo esotico piatto che si svolgerà tra giovedì 22 e sabato 24 settembre. Otto cuochi di otto diversi Paesi si confronteranno ai fornelli nella preparazione di una ricetta a base di cous cous che sarà poi valutata da una giuria tecnica per arrivare a individuare il nuovo campione del mondo. Il compito di chef Shady sarà di rappresentare la Palestina, terra d’origine di suo padre dove ha trascorso alcuni anni dell’infanzia, attraverso una ricetta capace di raccontarne la gastronomia, i sapori e i profumi più tipici attraverso un incontro tra la tradizione e la contemporaneità.
Questo cuoco vive da anni ad Arezzo dove si è affermato a livello professionale e dove ha trovato notorietà per una cucina che trova il proprio cuore nella sperimentazione e nella contaminazione tra le tipicità del Medioriente e della Toscana, con un continuo incontro tra più culture che sarà rinnovato anche ai campionati del mondo di cous cous. “Il cous cous che voleva essere un falafel” è il piatto che verrà presentato da chef Shady con un’unione tra due specialità tipicamente mediorientali che affonda le proprie radici nei suoi ricordi di infanzia tra la cucina della nonna e le passeggiate al mercato, con un inedito abbinamento che farà vivere un viaggio dei sapori nella Palestina di ieri e di oggi. La ricetta verrà presentata per la prima volta venerdì 23 settembre nella sfida contro la collega Lola Macaroff dell’Argentina, con il vincitore di questo confronto che meriterà l’accesso alla finale del giorno successivo. Per chef Shady si tratta della terza partecipazione ai campionati del mondo di cous cous, andando dunque a rinnovare il proprio ruolo di testimonial della cucina palestinese nel mondo. «Il campionato del mondo di cous cous - commenta chef Shady, - configura un’importante opportunità di confronto e di arricchimento professionale, attraverso lo scambio con tanti colleghi da più Paesi. Oltre alla gara, dunque, questo evento è particolare perché fa incontrare mondi diversi e unisce il buon cibo, il divertimento e le emozioni. La mia ricetta è un inno ai sapori e alle tradizioni della Palestina, trovando ispirazione dai piatti che hanno caratterizzato la mia infanzia e che, in generale, caratterizzano una tradizione culinaria millenaria».