Esiste un modo per sostenere i flussi di cassa di un’impresa, specialmente se in crescita, che non dipendono necessariamente da banche, che a volte non hanno sufficienti risorse. In questo caso, si può sfruttare il mercato dei minibond che rappresentano lo strumento perfetto per raccogliere nuovi capitali, essendo pensati apposta per aziende in forte crescita, non ancora quotate in Borsa.
Che cosa sono i minibond?
I minibond sono un innovativo strumento di finanziamento per le aziende non quotate in Borsa. Con questo strumento le società possono reperire fondi dagli investitori fornendo in cambio titoli di credito in favore di chi desidera credere nel loro progetto. Dunque, permettono alle società non quotate di aprirsi al mercato dei capitali, riducendo la dipendenza dal credito bancario e come tutte le obbligazioni hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza. Sommariamente, i minibond aiutano le aziende:
- rendendole più forti dal punto di vista patrimoniale e del rating;
- garantendo loro il giusto sostegno per un percorso di futura quotazione in Borsa.
Quindi, ottenere capitali da questi canali è un’occasione da non perdere, perché permettono di sciogliersi dalla dipendenza dalle banche, i costi sono minori e aumentano le opportunità di finanziamento.
Quali sono i requisiti per l’emissione di minibond
Un’azienda che chiede di partecipare al progetto di minibond deve coltivare una buona reputation. Non possono emettere minibond le aziende in difficoltà finanziaria, con un fatturato in diminuzione o senza crescita, bassa marginalità, flusso di cassa negativo perché nessuno le prenderebbe in considerazione. Quindi solo aziende in crescita e proficue possono emettere minibond. Per dare delle linee di massima:
- il fatturato non deve essere inferiore a 5 milioni di euro ed ovviamente in forte crescita negli ultimi tre anni;
- il rapporto tra la posizione finanziaria netta (Pfn) e l’Ebitda (margine operativo lordo) deve essere inferiore a 4;
- bisogna certificare il proprio rating tramite una società di rating riconosciuta e certificata Eba ed Esma. Il suo valore, infatti se elevato, rende più appetibile l’emissione e fa percepire quella solidità tanto voluta che gli investitori ricercano.
Come funzionano?
I minibond non prevedono un rapporto “uno a uno” tra emittente e investitore come tra banca/impresa ma un processo di emissione in più fasi e più player finanziari coinvolti.
Tra tutti, l’Advisor è di fondamentale importanza perché svolge un ruolo determinante nel valutare la Pmi emittente e verificare la fattibilità e la convenienza economico-finanziaria dell’operazione.
Le imprese sono affiancate dall’Advisor, nei diversi passaggi necessari per giungere all’emissione garantendo, al contempo, il coordinamento degli altri attori coinvolti.
Nel processo di emissione, infatti, sono coinvolti anche gli arranger che assistono la Pmi nella strutturazione del minibond e nel loro collocamento preparando al meglio l’azienda ed i loro soci . Inoltre, indispensabili, sono gli investitori, che sottoscrivono i minibond: senza la loro convinzione non si riesce a beneficiare dei frutti della sua emissione
Infine, un’impresa deve avvalersi di consulenti qualificati e preparati al fine di rendere efficace ed efficiente il processo di costruzione, di sistemazione ed emissione del minibond, poiché gestire tutti i processi di emissione non è cosa da dilettanti o di improvvisazione.
Fonte notizia
vitadaimprenditore.it