È un ritorno in classe alla “stammi lontano” quello di oggi 13 settembre. Ovviamente è un non detto, una sorta di codice nascosto nelle nostre vite. Ed è purtroppo una delle armi che ancora dovremo usare per difenderci dal virus Covid-19. Infatti quel ‘19’ che ricorda sostanzialmente la data della sua diffusione, il 2019, segnala che, nonostante i due anni trascorsi, ancora lo stare lontani l’un dall’altro – insieme a mascherine e lavaggi frequenti delle mani – è il comportamento ‘a buon prezzo’ che ci conviene adottare fino a che la scienza ufficiale non declasserà il morbo da emergenza a patologia ordinaria, come succede per l’influenza stagionale.
Ma è veramente ‘a buon prezzo’ quel comportamento? Se giudicato da un punto di vista del borsellino, sì: nessuno è costretto a sborsare un centesimo per stare lontano dai suoi simili. Tuttavia, dal lato psicologico, in special modo per i ragazzi che hanno dovuto frequentare a distanza la scuola e le amicizie, è un atteggiamento che se preserva dall’affezione patologica, attacca l’umore e l’equilibrio mentale.
Comunque, la stragrande maggioranza di presidi e responsabili scolastici hanno parlato ottimisticamente di questa giornata. Segno che la fase post apocalittica – nel senso dell’apocalisse psicologica vissuta da giovani e meno giovani – è in atto. Segno che forse si abbandoneranno definitivamente le lezioni non in presenza. Bene, a questo punto vale la pena citare un libro in perfetto stile Young Adult che tratta precisamente i due temi citati: i ragazzi e il Covid-19. Si tratta della Seconda Edizione del romanzo di Mimmo Parisi, Nemmeno il tempo di un abbraccio (PlanetEdizioni, pag. 215) che ha visto la pubblicazione cartacea proprio in questo settembre di addio alle vacanze e di ritorno alle aule.