È considerata tra le abitazioni più eleganti, un vero gioiello che sorge nella Regio VI dell’antica città di Pompei. La Casa degli amorini dorati è famosa grazie ai suoi affreschi e mosaici che documentano le varie fasi costruttive della domus.
La domus che conosciamo noi è stata ottenuta dall’unione di due piccole dimore del III e II secolo a.C.
Costruzioni unificate nel I secolo a.C., in un nuovo progetto edilizio molto più articolato, con la creazione di un grande e singolare peristilio.
La casa deve il suo nome ad alcuni dischi di vetro con foglia d’oro sui quali è incisa la figura di un amorino, che decoravano la stanza da letto matrimoniale del proprietario. Gli affreschi principali risalgono al terzo stile pompeiano ed illustrano episodi tratti dalla mitologia greca che vennero però danneggiati dal terremoto del 62 d.C.
Alcuni affreschi difatti, furono restaurati dopo, in I stile pompeiano.
Costruita come dicevamo, attorno allo scenografico peristilio con giardino,un lato è munito di colonne di maggiore altezza sormontate da un frontone, che dava un senso di sacralità agli ambienti che vi si affacciavano.
L’aura religiosa del peristilio è sottolineata anche dalla presenza di ben due luoghi di culto. Il primo ambiente è un edicola del larario destinata al culto domestico tradizionale, mentre il secondo è un sacello molto particolare, destinato al culto delle divinità egizie ritratte nei dipinti, ossia Anubi dio dei morti con testa di sciacallo e Apocrate dio bambino figlio di Iside. Rappresentati nel sacello troviamo la stessa Iside e Serapide, dio guaritore.
Molto probabilmente il proprietario della domus era un sacerdote di Iside, dato che sono stati ritrovati anche alcuni oggetti dedicati al culto isiaco.
Tra i vari ambienti non si può non menzionare il grande salone di rappresentanza, caratterizzato da squisite e delicate pitture a soggetto mitologico. Il pavimento del salone inoltre è mosaicato con un rosone centrale secondo la moda dell’epoca di Augusto.
Il giardino è un vero e proprio scrigno d’arte e storia. Pieno di statuette, decori, maschere teatrali, riproduzioni di animali e di medaglioni sistemati tra le colonne per proteggere gli abitanti della domus dal malocchio.
Tutti gli oggetti ritrovati oltre a dare un’aura magica e di mistero all’abitazione, testimoniavano la ricchezza del proprietario. Notizie del proprietario ci provengono grazie al ritrovamento di graffiti e di un anello sigillo, che indicano per l’appunto il proprietario in Cnaeus Poppaeus Habitus, imparentato con Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone.
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