Il bracciale è uno squisito lavoro di oreficeria composto da un laccio d’oro che termina con due teste di serpente. Gli occhi dei serpenti sono rappresentati con l’intarsio di pietre preziose. Nella bocca i serpenti reggono una medaglia con la rappresentazione di Selene. La proprietaria del bracciale, molto probabilmente doveva essere una seguace del culto di Selene, culto più orientale che italico. Questo culto col passare degli anni verrà assimilato al culto della Dea Diana.
Il prezioso bracciale, fu ritrovato in un sottoscala della domus dove si erano rifugiati due adulti con un bambino, il giorno dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Con molta probabilità uno dei due adulti aveva tentato di salvare il prezioso bracciale. Un altro fuggiasco portava invece con sé una cassettina in legno e bronzo con 40 monete d’oro e 175 in argento.
Il grandioso complesso della Casa del bracciale d’oro, negli scavi archeologici di Pompei, si sviluppa su almeno quattro livelli abitativi, con terrazze panoramiche che si aprivano in maniera scenografica verso il mare.
La casa venne esplorata grazie agli scavi archeologici promossi da Carlo III di Borbone tra il 1758 e il 1763. Il piano terra, che ha l’ingresso dal Vico del Farmacista, presenta l’impianto della domus con l’atrio tuscanico, ove è fiancheggiato da cubicoli, mentre sul lato nord, incontriamo un triclinio dai pavimenti asportati ed un aula che subì almeno tre trasformazioni.
Le terrazze vennero costruite al di sopra delle mura di cinta, ma in età preromana le case erano invece disposte ai lati di una delle porte della città, come porta Occidentalis, che era considerata il punto di arrivo di via di Nola e Via delle Terme.
Molte sono le decorazioni pittoriche ritrovate nella domus, anche se in parte molte sono state staccate, per motivi di conservazione. Ritroviamo nella domus sia una lussuosa decorazione sia pavimentale, con mosaici marmi colorati, e sia per una delicata decorazione parietale, soprattutto con affreschi che rappresentano temi mitologici, decorazioni parietali che riprendono vedute di giardini e riproduzioni di originali greci del IV secolo.
Al momento dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. la casa del bracciale d’oro, come tutte le case dell’antica città di Pompei, erano abitate. La testimonianza ci viene data dalla realizzazione dai calchi in gesso ideata dall’archeologo Giuseppe Fiorelli, delle numerose vittime della città di Pompei.
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