Chiamata a formiello, dal latino ad formis, ossia presso i canali o condotti, la chiesa sorgeva nei pressi di un formale reale, un pozzo dell’acquedotto della Bolla sul sagrato ove sorge un edicola votiva dedicata a San Gennaro, opera di Antonio Vaccaro. L’acquedotto venne totalmente sostituito alla fine dell’ottocento , dall’acquedotto del Serino.
Tutto il complesso religioso si espandeva nella zona orientale della città, nella nuova cinta muraria che venne ricostruita dai regnanti Aragonesi, che allargava lo spazio urbano antico.
Una chiesa dalla forma rinascimentale, con forme architettoniche che hanno destato stupore negli amanti dell’arte. Il complesso venne costruito su una precedente e piccola chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, che venne edificata nel quattrocento assieme al convento, affidato inizialmente ai frati celestini. Santa Caterina a Formiello, custodisce sin dalla sua fondazione le reliquie appartenenti ai celebri Martiri d’Otranto uccisi dai turchi il 14 agosto del 1480, per non aver mai rinnegato la loro fede.
I corpi dei martiri furono traslati da Alfonso II di Napoli prima nella chiesa della Maddalena e poi, al ritorno delle monache al loro convento, nell’antica chiesa di Santa Caterina.
Federico d’Aragona, diede nuovo inizio alla storia sia della città di Napoli, che della piccola chiesetta. Il sovrano concesse nel 1499 ai padri domenicani della Congregazione riformata di Lombardia, che ricostruirono l’attuale chiesa e lo tennero senza interruzione fino al 1806, anno in cui Gioacchino Murat, decise la soppressione del monastero. Con il ritorno del nuovo re di Napoli Ferdinando I delle Due Sicilie nel 1815, gran parte del monastero fu riconvertito e riadattato a nuovi usi, tra cui quello di Lanificio militare. Difatti ancora oggi l’ingresso del monastero conserva in alto ancora l’insegna ottocentesca del Lanificio.
Oggi la chiesa ci appare con uno stampo cinquecentesco, grazie al progetto attribuito ad Antonio della Cava ed eseguito dall’architetto settignanese Romolo Balsimelli. Il primo elemento ad essere terminato nel 1514 fu il chiostro grande del monastero con archi e pilastri di forme mormandee. In seguito venne costruito anche il chiostro piccolo che conserva ancora oggi parti di affreschi del cinquecento.
L’interno della chiesa è a croce latina ad unica navata, con cinque cappelle per lato. Al centro della chiesa si apre sul pavimento una accesso alla cripta delle consorelle del santissimo rosario. L’apertura è in corrispondenza di una lapide che si trova proprio al centro della navata. Sulla lapide sono raffigurate quattro donne in preghiera con il rosario tra le mani.
La chiesa di santa Caterina a Formiello, è considerata ancora oggi una tra le chiese più antiche e più ricca di storia della città di Napoli.
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