Smart working: se non la panacea, quanto meno un grosso aiuto per le imprese e i lavoratori in questo momento di difficoltà del mercato.
Ebbene, quali sono le nuove istruzioni a riguardo fornite dal Governo con le ultime linee programmatiche?
Il Dpcm licenziato dal primo ministro Giuseppe Conte il 4 novembre 2020 è molto chiaro in proposito.
A partire dal fatto che l’esecutivo, nel testo di legge, ha tenuto a distinguere le indicazioni dedicate ai datori privati da quelle rivolte al settore pubblico.
Partiamo dalle istruzioni per i privati.
In questo caso, lo smart working è configurato come una misura da adottare indipendentemente dal criterio dell’appartenenza della Regione di riferimento a una zona ritenuta più o meno contagiosa in merito al Covid-19.
“È fortemente raccomandato l’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati, ai sensi dell’articolo 90 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché di quanto previsto dai protocolli di cui agli allegati 12 e 13 al presente decreto” si legge nel testo del Decreto.
Certo, il Governo non impone niente a nessuno, ma fornisce suggerimenti e linee guida in merito a una modalità di organizzazione del lavoro che, fino a tutta la durata del periodo emergenziale, è da considerarsi preferenziale: fino al 31 gennaio 2021 la procedura per istituire il lavoro agile è semplificata, e non necessita dell’inoltro di moduli o di autocertificazioni.
Quando, invece, evitare la presenza fisica nel luogo di lavoro non è possibile, valgono, allora, le consuete raccomandazioni:
- Incentivare le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva
- Assumere protocolli di sicurezza anti-contagio, fermo restando l’obbligo di utilizzare dispositivi di protezione delle vie respiratorie previsti da normativa, protocolli e linee guida vigenti
- Incentivare le operazioni di sanificazione degli ambienti di lavoro
Un contesto analogo vale per l’adozione dello smart working nella Pubblica amministrazione. Con una nota particolare, però: qui la soglia minima del lavoro agile è prescritta al 50%.
Ai dirigenti degli uffici pubblici, successivamente, spettano le seguenti incombenze:
- Organizzare il proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo svolgimento del lavoro agile nella percentuale più elevata possibile del personale preposto alle attività che possono essere svolte secondo tale modalità
- Adottare per i dipendenti, e come di norma per i lavoratori fragili, ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento come definite dai contratti collettivi vigenti, e lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale
Fonte notizia
www.studiorossihr.com smart-working-istruzioni-dpcm